Stelle sempre meno visibili: l'inquinamento luminoso oscura la via Lattea, black out in 20 anni, rischi per la salute. La denuncia di scienziati, animalisti e astronauti

La diffusione e un uso superficiale delle luci Led aumenta le consgeuenze negativo del fenomeno

Stelle sempre meno visibili: l'inquinamento luminoso oscura la via Lattea. La denuncia di scienziati, animalisti e astronauti
di Paolo Ricci Bitti
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Lunedì 29 Maggio 2023, 14:30 - Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 03:41

E quindi uscimmo a riveder le stelle? Eh no, non proprio, non più, semmai se ne intravede qualcuna, fioca fioca, persino la sfolgorante Via Lattea è sempre più inghiottita dall'inquinamento luminoso.  Se va avanti così addio alla vista della volta celeste in pochi anni.  Lo dicono anche loro, tra i più “puri e disposti a salire a le stelle”, gli astronauti: sono quelli come Luca Parmitano i più vicini al firmamento, quelli che godono della vista migliore della Terra e sono i primi a denunciare il dilagare dell'inquinamento luminoso. Dalla Terra si vedono sempre meno le stelle, dallo spazio si vedono sempre meno i dettagli della Terra che emana una luce abbagliante grazie, o per colpa, di un "tappeto" crescente di luci sempre più del tipo Led (Light Emitting Diod). Luci che non illuminano solo sotto o attorno ad esse, come è logico, ma anche, come è inutile, costoso e dannoso, il cielo. Le stelle, in altre parole, affermano gli astronomi, entro 20 anni potrebbero non essere visibili: una catastrofe anche per l'ambiente. Un cambio di scenario dopo che fin dalla sua apparizione sul pianeta l'uomo si è fatto guidare dalle stelle nel suo cammino, nel suo cuore: la stella polare, la croce del Sud, le costellazioni divenute segni zodiacali. Per non dire delle conseguenze sulla salute. Clic, tutto spento, ovvero tutto non più visibile.

La via Lattea, per dire, già oggi è invisibile per un terzo della popolazione mondiale, oltre 2,5 miliardi di persone.

Lo sa bene chi la fortuna di trovarsi, di tanto in tanto, in montagna o in zone scarsamente popolate: lo scenario, quando si alzano gli occhi al cielo, cambia radicalmente rispetto alla cupa cappa di buio che sovrasta le città. Che poi non sia possibile schermare verso l'alto tutti i sistemi di illuminazione pubblici e privati è davvero incomprensibile: sarebbe così utile, fra l'altro, per consumare meno energia elettrica.

Per non dimenticare gli effetti schermo o riflettenti delle decine di migliaia di satelliti che sono in corso di allestimento sopra le nostre teste. 

"Il cielo notturno fa parte - si legge sul Guardian - del nostro ambiente e sarebbe una grave privazione se la prossima generazione non riuscisse mai a vederlo, proprio come lo sarebbe se non vedessero mai un nido di uccello", ha detto Martin Rees, l'astronomo reale. “Non c'è bisogno di essere un astronomo per interessarsene. Non sono un ornitologo, ma se non ci fossero uccelli canterini nel mio giardino, mi sentirei impoverito”. Rees è uno dei fondatori del gruppo parlamentare di tutti i partiti per i cieli bui che ha recentemente prodotto un rapporto che chiede una serie di misure per contrastare la maledizione dell'inquinamento luminoso. Questi includono proposte per nominare un ministro per i cieli bui, creare una commissione per i cieli bui e stabilire standard rigorosi per la densità e la direzione dell'illuminazione.

E il fisico Christopher Kyba, del Centro tedesco per le geoscienze - riporta sempre il sito del quotidiano inglese - ha rivelato che l'inquinamento luminoso sta ora facendo illuminare il cielo notturno a un tasso di circa il 10% all'anno, un aumento che minaccia di cancellare la vista di tutte tranne le stelle più brillanti in una generazione. Un bambino nato dove oggi di notte sono visibili 250 stelle sarebbe in grado di vederne solo circa 100 prima di raggiungere i 18 anni.

C'è anche una questione sociale: solo le persone più ricche del mondo e, paradossalmente, le più povere, possono sfuggire all'inquinamento luminoso.  Tuttavia - si legge ancora nel Guardian - l'introduzione di piccoli accorgimenti  potrebbero apportare un notevole miglioramento, dice sempre Kiba: luci esterne accuratamente schermate e puntate verso il basso, limiti alla luminosità, colori non solo blu-bianchi ma anche rosso e arancione. "Misure del genere avrebbero un impatto enorme", ha aggiunto.

Fra i più danneggiati dalla sempre maggiore illuminazione della Terra vi sono anche gli animali abituati a orientarsi con le stelle (e fra questi animali c'è da sempre l'uomo), senza dimenticare la strage di insetti abbrustoliti che vengono così a mancare nella catena alimentare.

Infine i danni sulla salute: le emissioni bluastre dei Led - conclude il Guardian - sono quasi del tutto prive di luce rossa o nel vicino infrarosso, dive il professor Robert Fosbury, dell'Istituto di Oftalmologia dell'University College di Londra. "Stiamo diventando affamati di luce rossa e infrarossa e questo ha gravi implicazioni", ha detto. “Quando la luce rossastra risplende sui nostri corpi, stimola i meccanismi compresi quelli che abbattono alti livelli di zucchero nel sangue o aumentano la produzione di melatonina. Una parte dello spettro è stata rimossa dalla luce artificiale e penso che stia giocando un ruolo nelle ondate di obesità e nell'aumento dei casi di diabete che vediamo oggi". Lampade speciali verrano sperimentati negli ospedali.

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