Così le aziende sono diventate smart, la digital factory di Generali

Un lavoratore in smart working
di Alessio Caprodossi
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Giovedì 28 Maggio 2020, 01:36
L’isolamento forzato generato dal Covid-19 ha stravolto le quotidiane dinamiche aziendali innescando un cambiamento sostanziale nei processi decisionali delle grandi realtà del paese. Un esempio arriva dal settore assicurativo con Generali Italia, abile a variare in corsa parte del percorso annuale disegnato nei mesi precedenti per puntare sui servizi e sulle possibilità offerte dal digitale, che per le compagnie rappresenta la sfida principale in questo fase di transizione, in quanto il cambio di scenario permette di trovare e cavalcare nuove rispose utili per restare competitivi ai massimi livelli.

«La tecnologia è sempre più un fattore di competitività ed elemento per distinguersi anche nel settore assicurativo, sia per adeguare gli standard dei servizi attuali ai bisogni del mondo digitale, sia per la possibilità di creare nuove capabilities», dichiara David Cis, Chief Operating Officer Generali Italia. Con l’obiettivo di superare l’emergenza sanitaria e continuare a garantire elevati standard di servizio ai propri stakeholder (dipendenti, clienti e Rete distributiva), una priorità del 2021 per il gruppo è l’accelerazione della trasformazione IT e l’automazione per mutare pelle e muoversi (in modo più agile) come una tech company. I vantaggi sono molti ed evidenti, a partire dal rapido riassetto realizzato durante il lockdown, quando decisiva si è rivelata proprio la tecnologia: «Ci ha consentito una più rapida remotizzazione e adattamento del nostro modello operativo. Abbiamo sfruttato il cloud per gestire da remoto tutti i nostri contact center (oltre 1000 operatori), così come tutti i nostri processi di vendita - spiega Cis - tanto che possiamo vendere da remoto polizze vita, auto e moto anche con modalità di pagamento innovative e in self service».

DIGITAL FACTORY
Punti di arrivo, questi ultimi, che derivano dall’impulso societario che ha velocizzato una metamorfosi già in atto, mirata a incrementare le performance della società.
«Abbiamo agito su più fronti collegati tra loro, migliorando ad esempio le prestazioni grazie alle opportunità aperte dal cloud, con una riduzione delle indisponibilità dell’80% e dei tempi medi di risposta delle pagine del 65% che ci ha permesso di adeguarci alle aspettative di clienti e distributori digitali».
Per focalizzarsi sulle tecnologie più recenti e innovative, inoltre, Generali Italia ha costituito una digital factory con le competenze interne distintive in tema di sviluppo agile, DevOps e nuovi linguaggi, passando anche dall’inserimento in azienda di alcune decine di giovani specializzati sui servizi digitali. L’altro segmento di maggiore interesse per la compagnia è l’automazione, ambito che sta arrivando a maturazione con risultati in linea con la tabella di marcia.
«Abbiamo portato avanti un programma massivo con più di quindici processi già automatizzati e altri venti da qui al prossimo anno - afferma Cis - Siamo ora in grado di gestire circa 200mila richieste di assistenza in modo automatico, liquidare oltre 100mila sinistri malattia in automatico e gestire più di 1 milione di comunicazioni in ingresso di vario genere pre-lavorandole e caricandole sui nostri sistemi già abbinate alla pratica corretta». La crescita non si misura tuttavia solo in cifre, perché tra i progetti più rilevanti della compagnia c’è pure il primo test di un prodotto parametrico in ambito agricoltura su cereali in Umbria e Emilia, destinato a espandersi: «Abbiamo esteso questo modello ad altre aree geografiche, come Veneto, Lombardia, Piemonte, Marche e Puglia, e allargato ad altre tipologie (a cominciare dal pomodoro), inoltre stiamo sviluppando un prodotto parametrico per far fronte alle esigenze della clientela retail».



 
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