Intanto due dati: Jannik Sinner non gioca una partita sulla terra dallo scorso 1 giugno. Per molti non è tanto tempo, ma per quello che è successo nel mezzo sì. Uno Slam vinto, un Atp 1000, e il secondo posto nella classifica Atp alle spalle di Djokovic. Poi un altro: in 13 tornei vinti in carriera, il tennista azzurro su questa superficie si è imposto solamente una volta, a Umago, nel 2022, in finale contro Alcaraz. Un cammino semplice quello di Jannik, perché praticamente c'era solo lo spagnolo, spodestato domenica sera, a contendergli il titolo. Ecco, il "problema" (ben scritto tra virgolette e riconfermato anche tra parentesi, per evitare qualsiasi polemica) è proprio la terra battuta per il nostro miglior tennista di sempre. Su questo non serve specificare nulla.
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QUALI PROBLEMI?
Ma quali sono i problemi che potrebbe incontrare Jannik nei prossimi tornei? Diversi, uguali comunque a tutti gli altri colleghi, però per uno con le sue caratteristiche fisiche, forse, un poco più penalizzanti.
PAURA
Nonostante tutto, Sinner adesso mette paura. Il concetto è molto semplice: nonostante la classifica dice che è il numero due del mondo, in questo momento gli altri tennisti sanno che quando lo inconteranno avranno di fronte il migliore. Uno che gioca spensierato e che ha una cultura enorme del lavoro. Lo ha detto anche lui, dopo il trionfo di domenica, di essere uno prediposto a tutto questo: al sacrificio, alla lotta, alla voglia di sudare per migliorarsi sempre. Sì, serve un poco di tempo per entrare (anche mentalmente) in questa parte di stagione con Montecarlo e con Roma alle porte. Magari nel Principato si potrà "allenare" in vista del torneo di casa, quello dove tutti ormai lo aspettano per trascinarlo anche oltre le difficoltà. Che ci saranno: il caldo opprimente, qualche pioggia che potrebbe rendere il tutto ancora più pesante. Però è nelle difficoltà che ha dimostrato di essere un super campione. Ricordate la finale di Melbourne? Beh, non ci sono altri commenti da fare.