Papa Francesco prima degli Australian Open e dei Mondiali di Nuoto chiede la Tregua Olimpica: lo sport è un antidoto alla guerra

Agli atleti vaticani è stato sottolineato che «lo sport è un mezzo per esprimere i propri talenti, ma anche per costruire la società»

Papa Francesco prima degli Australian Open e dei Mondiali di Nuoto chiede la Tregua Olimpica: lo sport è un antidoto alla guerra
di Franca Giansoldati
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Sabato 13 Gennaio 2024, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 14:44

Alla vigilia degli Australian Open che si aprirà a Melbourne il 14 Gennaio (fino al 28 Gennaio) e in previsione dei Mondiali di nuoto a Doha (2-18 febbraio) seguito dalla Formula Uno (2 marzo) sulla pista del Bahrain Papa Francesco ricorda come lo sport, sin dai tempi della civiltà ellenica, sia sempre stato un veicolo di potentissima diplomazia parallela. Così mentre il conflitto a Gaza si è allargato al Sud del Libano con propaggini nello Yemen dove è in corso l'inizio di una offensiva a trazione Usa e Gran Bretagna per frenare i ribelli Houti sostenuti dall'Iran, Papa Francesco ha ricordato alle cancellerie del pianeta il valore universale della cosiddetta Tregua Olimpica. L'occasione per rammentare questo cammino di pace parallelo sfruttando il potere universale dello sport è una udienza accordata ad una piccola associazione nata al di là del Tevere da un gruppo di incalliti runner, l'Athetica Vaticana formata da dipendenti dei dicasteri curiali e diversi sacerdoti maratoneti. A loro Francesco ha affidato la sua speranza: «Nel momento storico particolarmente buio che stiamo vivendo, lo sport spero possa gettare ponti, abbattere barriere, favorire relazioni di pace. Con uno stile improntato alla semplicità, esattamente da cinque anni, Athletica Vaticana si impegna a promuovere la fraternità, l’inclusione e la solidarietà, testimoniando la fede cristiana tra le donne e gli uomini di sport, amatori e professionisti». 

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Il 'momento buio' a cui ha fatto riferimento va collegato al discorso di geopolitica fatto al corpo diplomatico solo alcuni giorni fa. Nelle quattro pagine di analisi Bergoglio per la prima volta ha lasciato da parte la immagine colorita della “terza guerra mondiale fatta a pezzettini” per denunciare all'orizzonte il vero pericolo di un conflitto planetario con armi atomiche.

Da anni Francesco insiste nel rafforzare la prassi del multilateralismo che diede vita, nel secondo dopoguerra, alle organizzazioni internazionali ormai quasi svuotate di significato. 

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Agli atleti vaticani è stato sottolineato che «lo sport è un mezzo per esprimere i propri talenti, ma anche per costruire la società. Lo sport, infatti, ci insegna il valore della fraternità. Non siamo isole: in campo, non importa la provenienza, la lingua o la cultura di una persona. Ciò che conta è l’impegno e l’obiettivo comune. Questa unione nello sport è una metafora potente per la nostra vita. Ci ricorda che, nonostante le nostre differenze, siamo tutti membri della stessa famiglia umana. Lo sport ha il potere di unire le persone, al di là dalle loro abilità fisiche, economiche o sociali (..) Il gioco poi è fatto di regole da rispettare. Vincere con umiltà e accettare la sconfitta con dignità sono valori che lo sport insegna e che devono essere vissuti nella vita di ogni giorno per costruire una società più giusta e fraterna” ha concluso il Papa sperando che il suo messaggio possa essere veicolato anche in politica, tra i governi, le organizzazioni sovranazionali». Insomma, chi ha buone orecchie intenda. 

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