Lazio, Lotito furioso con Sarri e i giocatori: «Basta alibi, la rosa è forte e competitiva». Si va verso la separazione a giugno

Il presidente non ha gradito le ennesime accuse del tecnico sul mercato dopo il ko di Firenze

Lazio, Lotito furioso con Sarri e i giocatori: «Basta alibi, la rosa è competitiva». Si va verso la separazione a giugno
di Alberto Abbate
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 28 Febbraio 2024, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 08:45

ROMA La prova del nove (punti e gol segnati in meno, e reti subite in più dell'anno scorso) fa calare momentaneamente il sipario. Forse non basta più nemmeno un miracolo per riprendersi la Champions. Con il terzo ko nelle ultime cinque gare di campionato, la Lazio viene sorpassata dalla Fiorentina, scivola all'ottavo posto: il Bologna è distante 8 punti al quarto, l'Atalanta è a +6 al quinto, con una gara in meno da recuperare stasera contro l'Inter a San Siro. Aspettando il derby, ora gli scontri diretti sono quasi tutti in negativo. E persino il Napoli oggi, vincendo contro il Sassuolo, può agganciare i 40 punti biancocelesti, frutto di una media di 1,53 a incontro. Sarri dovrebbe alzarla a 2,75 a gara, nelle prossime 12 giornate, dal momento che la proiezione della qualificazione in Champions è di circa 73 punti, ormai dal 2017/18. Difficile essere ottimisti, guardando il rendimento, il prossimo appuntamento (venerdì c'è l'anticipo col Milan all'Olimpico) e lo strappo di Sarri con la Lazio, quasi ad agevolare una separazione a giugno, nonostante un ulteriore anno di contratto: «Siamo in una posizione difficile in classifica ed era scritto in cielo che avremmo pagato ogni sforzo. Negli ultimi anni la Lazio è sfuggita di mano a molti allenatori. Non abbiamo un organico attrezzato né la struttura mentale e fisica per reggere 4 competizioni. Ognuno si prenda le sue responsabilità. La società a luglio è stata chiara. Se io chiedo A e tu mi fai scegliere tra C e D, non ho fatto io il mercato».

Lazio, altro crollo nella corsa Champions: Luis Alberto illude, ma la Fiorentina ribalta tutto con Kayode e Bonaventura (2-1)

LA SITUAZIONE

Parole poco gradite a un Lotito furioso: «La rosa è forte e competitiva. Sarri si assuma le sue responsabilità insieme alla squadra, invece di trovare sempre alibi. Il mercato non c'entra nulla con il ko di Firenze e gli altri 9. A fine stagione faremo un bilancio definitivo». Chiaro riferimento ai 16 punti persi da situazioni di vantaggio: 11 in trasferta, solo il Lecce (12) ha fatto peggio. C'è comunque una differenza chiara fra le disfatte del Via del Mare, Bologna e Salerno, rispetto al Franchi, anche se il risultato è il solito macigno. La Lazio ha dato tutto col Bayern Monaco, poi è stata costretta dall'infermeria a spremere gli stessi uomini in un tour de force di fuoco. Quindi un virus influenzale ha dato il colpo di grazia a Formello. Lo stesso ds Fabiani ieri aveva un filo di voce e il termometro alto, ma ha comunque scosso lo spogliatoio: «Da Riad gli impegni ogni tre giorni sono stati un massacro, ma nulla è perso e non dobbiamo mollare già adesso. Purtroppo siamo arrivati all'ultimo appuntamento a pezzi. Provedel non stava in piedi, Marusic non doveva giocare, Casale e Romagnoli avevano la febbre a 38, Vecino è stato forzato così come Zaccagni in campo dopo tante gare ai box. Isaksen aveva il retto femorale indolenzito, Gila squalificato, Rovella e Patric out. La Fiorentina aveva giocato 8 giorni prima (appena 2 vittorie però nel 2024, ndr), noi 4 prima col Torino». A differenza del recupero di giovedì, però, stavolta non è bastato nemmeno l'1-0 del Fato a scuotere la Lazio, a farle ritrovare energie nervose dentro. Questo provoca un senso di smarrimento e di non ritorno.

LA CONTESTAZIONE

È scoppiata l'anima, oltre il fisico e il ritmo.
Tanti sembrano aver mollato, a meno che non si tratti della vetrina Bayern Monaco. Il pericolo adesso è che i principali responsabili di questo crollo (i giocatori, soprattutto la "vecchia guardia" del secondo posto) possano approfittare ancora delle titubanze matrimoniali e delle accuse fra Sarri e Lotito per scrollarsi le proprie colpe di dosso. Fino a gennaio c'era l'alibi della campagna acquisti ritardata e mancante per fare il salto, oltre le promesse di rinnovo non rispettate (a proposito, la scorsa settimana contatto con Juliana, sorella-manager di Felipe Anderson) per giustificare certi blackout e spingere la contestazione verso l'alto. Adesso c'è chi può aggrapparsi alle voci di quei tifosi, che chiedono la testa del tecnico, reo di cambi inopportuni (legati agli acciacchi), dichiarazioni fuori luogo (eppure i nuovi acquisti c, d, x e y sembrano gli unici non demotivati, tranne l'origami Kamada) e di uno spartito ossessivo e ripetitivo. Chissà se Mau è davvero venuto incontro troppo tardi alle esigenze di una squadra ormai portata allo sfinimento e diventata un ibrido. Un mix di impotenza, rabbia e rassegnazione porta tutti già adesso a pensare a un altro anno zero. Attesa una rivoluzione a giugno, ma con chi, con quali prospettive economiche senza Sarri e la Champions? Queste incognite spaventano più di un eventuale fallimento.

© RIPRODUZIONE RISERVATA