Svilar, l'eroe (della Roma) con le mani sul futuro: «Lavoro da una vita per vivere queste notti»

Sabato 24 Febbraio 2024, 08:07 - Ultimo aggiornamento: 16:38

JOSÉ CI CREDEVA

Mourinho nella sua ultima partita da allenatore della Roma, a Milano, lo ha schierato titolare e chissà se anche lui non avesse deciso di accantonare definitivamente il fido Rui Patricio. De Rossi per un po' ha provato il portoghese, a Frosinone la scelta definitiva, ben ripagata, come abbiamo detto. Forse la sua nuova vita nasce proprio da lì, dal quel volo sul tiro di Soulé. Quel giorno ha capito che si era aperto un portone e ci si è infilato dentro, con personalità. Sentire la fiducia addosso fa la differenza: Mile fino a quel momento era il portiere di Europa League e di Coppa Italia, sempre fino a prova contraria: le partite decisive le ha giocate sempre Rui Patricio, derby compreso. Al un "numero 1" serve stabilità, l'altalena fa male. E torniamo a Tancredi, che al Mondiale del 1986, si giocava il posto con Galli: ora uno, ora l'altro senza una soluzione, senza che Bearzot riuscisse a prendere una decisione definitiva, perdendo entrambi. Svilar ieri a Trigoria ha toccato con mano la maglia "Barilla" proprio di Tancredi, come un passaggio di consegne. Mile doveva solo aspettare il suo momento e lo ha fatto con pazienza, senza protestare né alzare i toni, lui che era stato tacciato come un predestinato, avendo esordito in Champions contro il Manchester United, indossando la maglia del Benfica, come il più giovane (all'età di 18 anni e 52 giorni, oltre Casillas, 18 e 118). A 18 anni e 65 giorni, sempre in Champions, sempre contro lo United, ha parato un rigore a Martial in una partita Manchester United-Benfica, riscattandosi dell'errore della sfida di andata. Un vizio.
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