Giacomo Agostini: «Rossi, vai fino a che ti diverti»

Agostini
di Flavio Atzori
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Sabato 9 Marzo 2019, 11:22
La sensazione è quella di una partita di poker a carte scoperte. Tutti conoscono perfettamente il proprio valore per la Prima di Losail, round d’apertura di questo campionato del mondo MotoGp, ma nessuno riesce a bluffare, a nascondere la propria forza. Dunque, quando ascolti tutti i protagonisti sottolineare come mai prima d’ora ci si ritrovi di fronte a un livello tanto elevato quanto equilibrato, non si può che darla per buona. A maggior ragione se a confermare tale sensazione è Giacomo Agostini, uno che vanta a palmares quindici titoli mondiali e 123 gare vinte su 190 disputate. Come a dire “Il pilota più vincente di sempre”. 
È davvero il mondiale più difficile da decifrare degli ultimi anni? 
«Decisamente sì, c’è grande attesa per questa stagione proprio perché ci sono tanti piloti in grado di poter vincere. Fare un pronostico su chi potrà conquistare Losail è davvero molto complicato. Yamaha sembra aver fatto un bel passo in avanti a livello prestazionale dopo due anni davvero complicati; Marc Marquez d’altro canto rimane l’uomo da battere, non fosse altro che si fregia del titolo di campione del mondo. Attenzione però alla Suzuki che durante la stagione dei test ha dimostrato di essere forte e matura per il primo gradino. E poi, come faccio a non citare Ducati, che proprio in questa pista è sempre stata molto veloce. Come vede è durissima poter fare un pronostico».
Jorge Lorenzo e Marc Marquez sotto lo stesso tetto di casa Honda. La convivenza potrà essere un problema in più da affrontare per la casa dell’Ala Dorata? 
«C’è questa credenza comune per cui il tuo compagno di squadra sia un... compagno. In realtà, il pilota dall’altro lato del box è il tuo primo avversario, il primo da battere. Sono sicuro che Honda gestirà al meglio questa situazione dando a loro gli stessi materiali. Marquez, nonostante la spalla infortunata, non è andato affatto male. Per Jorge si tratta più di un fatto di conoscenza del mezzo. L’infortunio allo scafoide ha rallentato il suo apprendimento, è vero, ma Jorge, quando vuole, è velocissimo».
Ducati parte con tanti favori dei pronostici. Per Dovizioso si potrebbe parlare di fallimento in caso di ennesimo podio mondiale? 
«No, non lo penso. È vero, lo ha sfiorato due volte, ma se ci pensa, tutti i piloti partono per conquistare l’obiettivo finale, ma come sempre accade però, su cinque o sei potenziali vincitori, a conquistare il primo gradino sarà sempre uno: è questa l’anima dello sport».
Lo scorso anno, le scintille tra Lorenzo e Dovizioso all’interno del box in rosso, hanno minato il cammino di Ducati alla conquista del titolo. Quest’anno con Danilo Petrucci la sensazione è che le gerarchie siano più delineate. Sarà cosi o Petrucci non si limiterà al ruolo di scudiero? 
«Danilo sembra aver ritrovato la grinta giusta quest’inverno. Credo che potrà vincere delle gare, ma la lotta per il campionato rimane un qualcosa di diverso. Un giro veloce può riuscire a molti, ma per vincere il mondiale serve costanza in tutte le gare».
Capitolo Yamaha: a Iwata sperano di poter tornar a riveder le stelle nella notte di Losail. Vinales sembra tornato il top gun dei primi tempi e Rossi continua a voler dire la sua. Cosa si aspetta?
«A Vale piace correre, si sente ancora in forma. Sa benissimo che con questi ragazzi sarà dura poter conquistare il decimo titolo. Lui però si diverte, gli piace ancora correre». 
L’Italia avrà tra le sue fila anche due giovani talenti, Morbidelli e Bagnaia...
«Franco quest’anno è passato in Yamaha dopo una prima stagione tra alti e bassi, ma quest’inverno nelle prove ha meravigliato. Pecco dovrà adattarsi alla potenza ed alle gare della MotoGp, sarà tutto nuovo per lui. Attenzione a questo ragazzo però: lo vedremo presto davanti».
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