Supermarket Europa, ecco i nuovi fenomeni:
da Sterling a Dybala, i predestinati a vincere

Supermarket Europa, ecco i nuovi fenomeni: da Sterling a Dybala, i predestinati a vincere
di Benedetto Saccà
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Mercoledì 5 Agosto 2015, 05:43 - Ultimo aggiornamento: 15:13
Risalendo la storia degli ultimi decenni del calciomercato, è facile inciampare in una tendenza che ha raggiunto vette smisurate ed è stata declinata in mille varianti: i giovani, usati come le miglia premio delle compagnia aeree. In parole morbide, contropartite tecniche. Vale a dire: per arrivare alla meta esotica del campione, si offrivano soldi e ragazzi di prospettiva per abbassare il prezzo complessivo. Oggi, al contrario, il paesaggio si è completamente capovolto. Innanzi tutto le contropartite tecniche sono via via scolorite, perché rischiano soltanto di ingolfare organici già colmi fino all'orlo. Tanto che ora, per paradosso, una società la si aiuta più sfilandole qualche giocatore rotolato ai margini della rosa che offrendo nuovi ragazzi. Ma, soprattutto, ormai i giovani valgono un oceano di quattrini. Altro che pedine da sciogliere in una trattativa. E quel che impressiona è l'andare della legge di mercato: a pagare 30 milioni di euro per un ventenne sono molti club, non solo quelli baciati dalla fortuna di avere uno sceicco per presidente. Nelle ultime settimane il fenomeno dei (possibili) fenomeni del futuro è divampato in tutta l'Europa, e per il momento l'attenuarsi non sembra una priorità.

STERLINA D'ORO
Fedele al suo cognome, che significa «sterlina», a inaugurare la parata di stelline filanti è stato l'inglese Raheem Sterling, classe ‘94, che si è trasferito dal Liverpool al Manchester City per 62,5 milioni di euro. Una follia? Una follia. Giusto per avere un'idea, a 20 anni e sette mesi Sterling è diventato il settimo calciatore più costoso della storia, e il primo tra gli inglesi. È ovvio che l'Italia non sia rimasta a prendere il sole. Così, per 32 milioni più otto di bonus, misteriosi per definizione, la Juventus ha scelto di assicurarsi l'argentino Paulo Dybala, 21 anni, dotato di un corredo tecnico speciale, mostrato a squarci nelle ultime tre stagioni a Palermo. Tornando in Inghilterra, ecco l'operazione legata all'olandese Memphis Depay, classe ‘94: già accreditato per i Mondiali del 2014, Depay è planato dal Psv Eindhoven al Manchester Utd del suo ex ct Louis van Gaal per 27,5 milioni. È un'ala sinistra, e bisogna registrare che nell'ultima Eredivisie ha vinto la classifica dei marcatori con 22 gol. Sul versante spagnolo, il ruolo del protagonista se l'è conquistato l'Atletico Madrid, che è riuscito nell'acrobazia di acciuffare il belga Ferreira Carrasco, classe ‘93, un gran talento esibito al Monaco; e l'argentino Luciano Vietto, 21 anni, ex Villarreal. Conto unico: 40 milioni, 20 tondi ciascuno. Non pochi. Evidentemente però nemmeno l'Inter è stata sfiorata dal pensiero che sborsare 30 milioni per il 22enne Geoffrey Kondogbia fosse un'esagerazione.

«UN GRANDE ACQUISTO»
Come si diceva, questa aderenza all'abitudine di «strapagare» i giovani è scesa in profondità e ha contagiato anche le squadre minori. Al Newcastle, ad esempio, sono bastati 18,5 milioni per convincere l'Anderlecht a cedere il serbo Aleksandar Mitrovic, 20 anni, inseguito pure dalla Roma. Viceversa la Lazio ha speso nove milioni per il serbo Sergej Milinkovic-Savic, classe ‘95. «È un grande acquisto», ha giurato Diego Simeone. Sorvolando gli altri affari, sbucano all'opposto due talenti acquisiti a costo nullo: lo spagnolo Javi Manquillo, 21 anni, prestato dall'Atletico al Marsiglia; e l'italo-argentino José Mauri, classe ‘96, approdato al Milan. Allungando lo sguardo, è impossibile però non vedere all'orizzonte il nome del giallorosso Alessio Romagnoli, 20 anni, valutato oltre 25 milioni. Insomma va da sé che, adesso, o i ragazzi hanno cominciato a maturare in anticipo, oppure i club hanno imboccato una strada irragionevole.
Del resto, un ventenne che gioca con il peso di una valutazione di 30 milioni sulle spalle, in quale mondo immaginario può mai trovare la serenità giusta per sbagliare, e per crescere?