La serie A dice sì a 1,7 miliardi di Cvc ma resta il rebus di come dividerli

La serie A dice sì a 1,7 miliardi di Cvc ma resta il rebus di come dividerli
di Emiliano Bernardini - Salvatore Riggio
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Venerdì 20 Novembre 2020, 07:20

Il primo passo è stato compiuto, ma la strada per l’accordo definitivo è ancora lunga e piena di ostacoli. Dopo le divergenze dei mesi scorsi, ieri nell’Assemblea di Lega che si è svolta al St. Regis di Roma (è durata poco più di un’ora), i venti presidenti hanno approvato all’unanimità l’offerta del fondo Cvc-Advent-Fsi di 1,7 miliardi di euro per il 10% della media company, creata per gestire e commercializzare i diritti televisivi del campionato di serie A. Insomma definita la cornice resta da dipingere il quadro. Soddisfatto il presidente Paolo Dal Pino, che però ricorda «non c’è ancora nessun impegno vincolante, non abbiamo ancora chiuso». Dal Pino vorrebbe chiudere entro un mese. Impresa ardua. Nei primi mesi del 2021 c’è la sua rielezione in ballo. Al momento non è stata fissata nessuna scadenza temporale. Una clausola però è stata inserita: il fondo non potrà vendere fino al 2026 il 10% che sarà acquisito dopo il closing. Saranno fatte tutte le necessarie verifiche normative e fiscali e verranno fatti dei passaggi in Agcom e Agcm nonché alla Agenzia delle Entrate. L’imprevisto è in agguato, tanto più se si tratta di mettere d’accordo i presidenti. Soprattutto se a seminare dubbi e perplessità è Claudio Lotito. Il presidente della Lazio ha provato ad aizzare le neopromosse (Benevento, Crotone e Spezia), ma al momento non è riuscito nell’intento di frenare una rivoluzione mai vista prima. Ma c’è ancora tempo. Nelle prossime settimane, infatti, ci sarà da discutere sui criteri di distribuzione delle risorse e sulla struttura della governance. Argomenti sui quali i toni potrebbero alzarsi. Come sempre, sono i soldi a rischiare di non mettere tutti d’accordo (almeno subito). Questo è un periodo storico delicato a causa della pandemia (alleata in questa situazione).

I club sono in difficoltà per la mancanza di introiti della vendita dei biglietti, del merchandising e delle sponsorizzazioni. Nelle prossime settimane si capirà meglio se i dubbi di Lotito si estenderanno anche ad altre realtà. Al di là di questo aspetto, serviranno un paio di mesi per stendere i contratti: con molta probabilità si arriverà al closing nel prossimo anno. In piena vendita dei diritti televisivi del triennio 2021-2024 (e si sono accorciati i tempi per il canale delle Lega) su cui inciderà anche la sentenza sul ricorso di Sky al Consiglio di Stato: la pay-tv ha perso e non potrà avere nuove esclusive online fino al 2022 (difficile ripetere l’attuale schema Sky-Dazn). Ed è qui che entrerebbero in scena realtà come Amazon e Tim. Nel frattempo, cosa vuol dire per il nostro calcio aver detto di sì ai fondi? È un nuovo business che promette la valorizzazione del brand della serie A. Cvc Capital Partners è una società britannica (dal 1981 ha la sede principale a Londra) specializzata in private equity, tecnica di investimento consistente nel finanziare una società non quotata in Borsa, ma dotata di elevate potenzialità di crescita, per poi disinvestire con lo scopo di ottenere plusvalenze dalla vendita della partecipazione azionari. Ma la cosa che interessa di più ai club è avere nell’immediato una consistente disponibilità finanziaria.


SUPERCOPPA AL MAPEI
Intanto è stata scelta la sede della finale di Supercoppa Italiana tra Juventus e Napoli, in una sfida tra Andrea Pirlo e Rino Gattuso, ex compagni di squadra al Milan dal 2001 al 2011 (assieme, tra i tanti trofei, hanno vinto anche due Champions e un Mondiale con la Nazionale a Germania 2006): sarà a Reggio Emilia, al Mapei Stadium il 13 o il 20 gennaio 2021. 

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