Roma, ora servono i gol di Dzeko

Roma, ora servono i gol di Dzeko
di Stefano Carina
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Martedì 14 Luglio 2020, 10:51
ROMA Cinque gare senza gol. Che in un calendario compresso come quello post-pandemia equivale a poco meno di tre settimane. Ma per uno come Dzeko, 450 minuti senza segnare sono un’eternità. In stagione, gli era accaduto qualcosa di simile già nel girone d’andata. All’epoca le gare furono 4 e, curiosità vuole, le rivali (in parte) le stesse contro le quali è rimasto a secco adesso: Udinese, Napoli e Parma (più il Monchengladbach in Europa League). A novembre Edin si sbloccò contro il Brescia. Sabato contro i lombardi è andato vicino al bis: in 13 minuti, subentrando dalla panchina, si è dovuto accontentare di una traversa e un palo. Appuntamento rimandato. Domani c’è il Verona, avversario che per il bosniaco rappresenta sempre qualcosa di speciale, avendo debuttato con la maglia della Roma proprio contro i gialloblù.
UNA SETTIMANA DA LUPI
Ne è passato di tempo da quel 22 agosto del 2015. Millesettecentottantotto giorni e 104 gol dopo, Dzeko si ritrova nella paradossale situazione di dover dimostrare sempre qualcosa. In un calcio che fagocita tutto alla velocità della luce, le due perle contro la Sampdoria, datate 24 giugno, sembrano già appartenere alla preistoria. E così questa settimana, dopo averlo fatto riposare col Brescia, Fonseca si affida nuovamente a lui per chiudere in anticipo la pratica-Europa League. La Roma si presenta al doppio appuntamento nell’Olimpico deserto con due punti di vantaggio sul Napoli (sesto ma già sicuro di un posto avendo vinto la Coppa Italia) e quattro sul Milan, la vera rivale in questo finale di stagione. Superare Verona e Inter equivarrebbe a sigillare il quinto posto o perlomeno a regalarsi una spinta decisiva per evitare il ritorno rossonero e con questo le sabbie mobili dei preliminari che potrebbero compromettere già in avvio, un’annata dove la Roma deve puntare inevitabilmente a tornare tra le prime quattro.
FUTURO INCERTO
Due gare dove Edin vuole (anche) ritrovare il gol per allontanare indiscrezioni ricorrenti che lo vorrebbero a fine stagione di nuovo sul mercato.
E stavolta, benché ufficialmente a Trigoria smentiscano, con il beneplacet della Roma che senza Champions e in attesa del passaggio di proprietà è costretta ad abbassare i costi di gestione. Iniziare da chi, a marzo spegnerà 35 candeline e “pesa” 14 milioni lordi di ingaggio a stagione per altri due anni, potrebbe rivelarsi una necessità più che una volontà. Edin, benché contrariato da queste voci, guarda avanti. Conte lo vorrebbe nuovamente come vice Lukaku ma con la terza figlia in arrivo e una moglie che più volte ha definito Roma «la mia seconda casa», non sarà facile convincerlo. A Trigoria già avrebbero in mente una via d’uscita tecnica, non di semplice attuazione. Chiedere al Napoli Milik, offrendo il cartellino di Under (valutato 35 milioni ma tema di discussione con gli azzurri che offrono 25+6) più un conguaglio di una ventina di milioni. Facile a dirsi, difficile a farsi. Il centravanti polacco, come accadde con Icardi lo scorso anno, s’è promesso infatti alla Juventus (e piace anche al Milan). De Laurentiis però non è tipo da sconti. E soprattutto non è un uomo che ama subire imposizioni. Se è vero che i rapporti con la Roma non sono idilliaci (eufemismo), quelli con la Juventus sono addirittura peggiori. Discorsi comunque futuribili. Adesso c’è prima da blindare una malinconica qualificazione diretta all’Europa League per poi provare l’all-in ad agosto in Germania. Sempre nel segno di Edin.
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