Sabato però Trigoria è già pronta a svuotarsi: le convocazioni delle rispettive nazionali (maggiori e Under 21) priverà Fonseca di almeno 11-12 elementi che il tecnico rivedrà soltanto il 9 settembre, a 10 giorni dall’inizio del campionato. Tradotto: aspettando gli acquisti, il portoghese per metà ritiro lavorerà perlopiù con calciatori che la Roma intende cedere. Atipico è dir poco.
RIPRESA SOFT
È questa situazione a far sì che la ripresa della Roma sia in sordina. E poco importa che il closing per il passaggio di proprietà sia avvenuto soltanto una settimana fa e almeno sino a fine mese le priorità saranno perlopiù economiche (sistemata la pratica Covisoc, ora si è concentrati sull’Opa in Borsa, al termine della quale si capirà se ci saranno le condizioni o meno per il delisting). La permanenza congiunta di Pellegrini e Zaniolo sembra già dimenticata. Una sorta di ‘atto dovuto’ che ora lascia spazio all’attesa per i nuovi arrivi. Il mercato però è fermo, aspettando che qualche cessione alleggerisca il monte-ingaggi e scalfisca quei 100 milioni di plusvalenza che la Roma dovrà effettuare entro giugno 2021. Senza contare il nodo più importante da sciogliere (Dzeko) dal quale dipenderanno le strategie di mercato. Ci vuole pazienza. Termine che, suo malgrado, il tifoso romanista ha dovuto più volte ascoltare negli ultimi anni.
L’ultima volta, la scorsa estate (4 luglio 2019), quando l’ex ds Petrachi parlò apertamente di «anno zero». Intanto gli intermediari continuano ad offrire calciatori.
Trova conferma l’indiscrezione di qualche giorno fa che ha accostato Kokorin ai giallorossi. Nel tentativo di trovare una sistemazione in Russia a Pastore (Zenit), alla Roma è stato offerto l’attaccante classe ‘91. Discorso praticabile (come vice del centravanti titolare) soltanto riuscisse a svincolarsi dallo Spartak, con il quale ha firmato a inizio mese ma è già ai ferri corti.
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