Roger Ibanez freme per il possibile esordio con il Brasile di Tite nell’amichevole contro il Ghana (oggi ore 20) o con la Tunisia (martedì 27). Il centrale romanista ha strappato la convocazione in nazionale grazie a José Mourinho che ne ha esaltato la qualità. Lui ha fatto il resto, ascoltando i consigli e migliorando giorno dopo giorno, partita dopo partita, fino a guadagnarsi la Seleção. L’ultimo giocatore romanista convocato dal Brasile è Fuzato nel 2019 per le amichevoli contro Argentina e Corea del Sud, prima di lui Alisson (ottobre 2015), Castan (settembre 2012) e Maicon. I giallorossi hanno una lunga tradizione di giocatori brasiliani che hanno reso celebre i verdeoro: Marquinhos, Falcao, Cafu, Aldair, Juan. E Ibanez vorrebbe calcare le loro orme, imponendosi in Serie A e diventando un idolo nel suo Paese. Anche perché inizialmente aveva accarezzato l’idea di vestire Azzurro avendo il passaporto italiano, poi, però, il ct Roberto Mancini non ha insistito e allora lui ha colto l’opportunità di legarsi ai verdeoro: «Il mio desiderio è sempre stato quello di giocare per il Brasile: sono brasiliano e quindi essere qui per me motivo di grande orgoglio».
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Ma come ha fatto a strappare la fiducia di Tite? I numeri sono dalla sua parte: 90% dei passaggi che compie vanno a destinazione, intercetta quelli avversari e ha un gioco pulito (una sola ammonizione contro l’Helsinki).
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