Roma, dal "problema" Smalling al rebus portiere: la difesa prende troppi gol

Roma, dal "problema" Smalling al rebus portiere: la difesa prende troppi gol
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 25 Gennaio 2021, 07:30

 Una difesa, diciamo così, da registrare. Non tanto nel talento dei suoi componenti, quanto nel risultato, nel rendimento: 32 gol subiti sono tanti, il top rispetto alle prime dieci della classifica. Media alta, 1,68 a partita, che diventa 1,5 se togliamo lo 0-3 a tavolino di Verona (ancora sub iudice). Sempre alta. Per fortuna, la Roma riesce a tamponare con le reti segnate e qui siamo quasi all’eccellenza, perché i 41 gol fatti (come il Napoli) la portano al terzo posto come attacco (9 le gare in questo girone di andata nelle quali la Roma è riuscita a segnare almeno 3 reti, cosa successa contro Benevento, Milan, Genoa, Parma, Bologna, Torino, Cagliari, Crotone e Spezia), meglio hanno fatto solo Inter a Atalanta. Eppure, Fonseca ha un sistema di gioco - scelto da lui e per questo gli vanno dati meriti - “protetto” (con tre centrali) e elementi di un certo livello. Nessuno discute Smalling, Ibanez, Mancini e Kumbulla. Per soldi spesi, per prestazioni, siamo a un quartetto di qualità, per gioventù e, appunto, talento. Un mix di esperienza e freschezza, elementi che caratterizzano solitamente i migliori reparti difensivi in Italia e non solo. Elemento rivedibile, per rendimento, è il portiere: la Roma né con Mirante né con Pau Lopez è riuscita a trovare la quadratura del cerchio. Problema da risolvere, se non ora, a giugno.
BEATA GIOVENTÙ
Le principali cadute sono avvenute negli scontri diretti, con Milan (tre reti subite), Napoli (quattro), Atalanta (quattro), Lazio (tre), Inter e Juventus (due). Diciotto gol solo contro le big, contro le quali è uscita imbattuta tre volte, Milan, Juve e Inter.

La porta inviolata è quasi un miraggio, in campionato solo cinque volte (contro Udinese, Fiorentina, Parma, Sassuolo e Sampdoria) e quasi sempre in casa (a parte Verona, che sul campo è finita 0-0, prima giornata di campionato e Udine). Otto in totale, compresa l’Europa League. E’ chiaro che in questa ultima fase in particolar modo, la Roma paga il rendimento altalenante del suo uomo migliore, Smalling, che viene da un infortunio e non si è ancora ripreso del tutto. Ibanez è partito alla grande e poi ha pagato, nel derby la sua prestazione peggiore. Mancini si mantiene a buoni livelli, mentre Kumbulla, il fiore all’occhiello del mercato estivo, non è ancora pervenuto, pure lui paga l’assenza per Covid a inizio stagione: non è titolare e quindi poco continuo. Poi ci sono Fazio e Jesus, impiegati specialmente in Europa ed entrambi in attesa di sistemazione (l’argentino ha appena rifiutato il Parma). E’ chiaro che il pacchetto arretrato chiama in causa anche il rendimento dei terzini, né Spinazzola, né Karsdorp né Peres brillano nella fase difensiva. A centrocampo i contrasti sono materia solo di Veretout, mentre Villar è più bravo e dedito alla costruzione del gioco. Sono tanti i motivi di questo rendimento altalenante, è chiaro che una squadra da vertice (la Roma è terza) deve incassare meno gol, perché non sempre sono garantite le due reti di media a partita. Lo scudetto, la Champions e qualsiasi traguardo, almeno in Italia, passa da lì, dalla forza della difesa.

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