Un dramma infinito. Pep sentì l’emozione montare, probabilmente neppure si aspettava di ascoltare frasi tanto terribili. «Allora Guardiola mi disse: “Devi stare vicino alla persone care, anche se questo può pregiudicare il tuo lavoro”. Poi Pep cominciò a piangere e io sentii che non poteva parlare. Mi disse che lui e il club sarebbero stati al mio fianco», ha continuato il racconto Højbjerg. La commozione, i palpiti, la tenerezza.Ecco il cuore grande di Guardiola che affiora sulla superficie della vita.
D’altronde tanti, forse non tutti, ricorderanno la tenerezza che Guardiola ha dimostrato, specie nel privato, all’amico (e vice) Tito Vilanova, caduto più volte nella trappola del tumore durante gli ultimi anni, e fortunatamente sempre guarito.
Pep non si è fermato però alle parole, questa estate. Ha sensibilizzato i dirigenti del Bayern alla serietà del problema, e ha concretamente aiutato il papà di Pierre Emile a trasferirsi in una delle migliori cliniche della Germania. Speranza, cure, affetto. La ricetta ora sembra funzionare, per la verità, per fortuna. «È vero, è così, adesso i dottori dicono che mio padre ha possibilità reali di sopravvivere», ha sorriso Højbjerg. Quanto al futuro, Pierre Emile saprà sempre a chi mandare un grazie. In catalano, certo.
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