Neymar: «Sto bene al Psg, ma il mio sogno è giocare nel Real Madrid»

Neymar
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Domenica 3 Marzo 2019, 20:44
O'Ney, almeno a parole, la scelta l'ha fatta. Anche se non dimentica di essere ancora sotto contratto con il Psg, guarda a madrid, sponda Real. Che è il club di riferimento per il campione brasiliano. «Se ho voglia di giocare nel Real Madrid? Il Real è uno dei maggiori club del mondo, e qualsiasi giocatore che sapesse di essere cercato da quel club si sentirebbe onorato e attratto dall'idea di andarci. Ma io adesso sono molto felice a Parigi, ci sto bene e non voglio andarmene. Però il futuro nessuno lo conosce, da qui a tre mesi nessuno sa cosa può succedere. Nel calcio le cose accadono molto rapidamente. Non parlo del mio caso, sto solo facendo un esempio». In una lunga intervista con il programma di Globo 'Esporte Espetacular', Neymar si confessa e parla di se stesso a 360 gradi per celebrarè i suoi dieci anni nel calcio professionistico. Così il discorso cade anche sull'ipotesi, di cui in Brasile e Spagna si continua a parlare molto, che possa un giorno vestire la maglia delle 'merengues'. Ma O Ney ha qualcosa da dire anche sul passato. «Il mio sogno, che avevo fin da bambino, l'ho realizzato - rivela Neymar - perché era quello di giocare nel Barcellona. Poi nel calcio succedono tante cose e ora sono altrove. Ma Leo (Messi n.d.r.) per me è stato una persona molto speciale - aggiunge Neymar emozionandosi -. Io racconto sempre che nel momento in cui più avevo bisogno di aiuto, il migliore del mondo è venuto da me, mi ha dato una mano e mi ha detto di essere me stesso, quello che ero nel Santos e di non essere timido. Mi ha detto 'io sono qui per aiutartì. Ora che siamo lontani ho nostalgia di lui ogni giorno. Lui e Suarez saranno miei amici, e staranno nel mio cuore, per sempre. È stato bello, ho nostalgia, ma adesso sono a Parigi per vivere nuove sfide». Una è quella di vincere il Pallone d'Oro? «È bello che ti ritengano uno in grado di vincerlo - risponde Neymar -, ma non ne faccio un'ossessione. Se non succederà, per me non sarà la fine del mondo, non cancellerà le cose buone che ho fatto nel calcio.
Ogni giocatore sogna di vincerlo, è ovvio, ma io non ci perdo il sonno. Ciò che invece vorrei a tutti i costi è la Coppa del mondo, la sogno sempre». Intanto cosa risponde a chi lo definisce un 'cascatorè e agli arbitri che, secondo i brasiliani, non lo proteggono adeguatamente e permettono ai difensori di picchiarlo? «Se mi sento perseguitato? - dice O Ney - Diciamo che è qualcosa a cui mi vado abituando, respiro profondo e dico a me stesso 'andiamo avantì. Non mi posso più stressare con questo, ho già perso troppe volte concentrazione per il fatto che un difensore mi picchia e l'arbitro non vede». «Tutti sanno qual è il mio tipo di calcio - continua -, è fatto di dribbling per saltare le difese e creare occasioni. A nessun attaccante piace subire dei falli e a nessun difensore piace essere dribblato, ma è il calcio. Io non posso dire a un avversario 'permesso, devo fare gol': lui non mi fa passare e quindi io devo dribblarlo. Per caso nel calcio hanno proibito il dribbling? Esiste una regola che prevede il giallo per chi dribbla? Allora questo non è il calcio che io conosco. Non è giusto proteggere di più la il giocatore che aggredisce rispetto a quello che ha dentro l'essenza del football. Non parlo solo di me, ma anche di altri dribblatori come Mbappè, che chiamo Golden Boy e per il quale provo un affetto particolare, Hazard e Messi. Vogliamo dire che questi calciatori che fanno andare la gente allo stadio non dobbiamo proteggerli?». Neymar parla anche della sua vita privata, del fatto che gli piacciano i social e le uscite: ciò rischia di condizionarne la carriera? «Penso proprio di no, e i miei numeri sul campo sono buoni. La vita personale è mia, e continuerò ad uscire anche se non andrò in discoteca la sera prima di una partita. Ma criticatemi solo per ciò che faccio in campo, al resto penso io che ho 27 anni: se mia madre non vuole che io faccia qualcosa ma a me va, io la faccio»
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