Lazio, scontro totale: Lotito e Tare contro la squadra e Pioli, tifosi contro il presidente

Lazio-Sparta Praga
di Alberto Abbate
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Sabato 19 Marzo 2016, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 13:35

Sull'isola infelice di Formello ora provano ad affogarsi tutti a vicenda. Compagni contro compagni, Lotito e Tare contro squadra e Pioli, tifosi laziali contro presidente, ds, allenatore e giocatori. Lo scontro totale, il caos rapido, la stagione sciolta in un abbaglio persino cercato: «E' una vergogna», il graffio di Biglia. E il colpo di grazia di Lulic: «Siamo rimasti in 5-6 a prenderci i fischi, gli altri sono scappati». Ora è così lampante e triste la verità di ciò che vi avevamo raccontato in tutti questi mesi. Uno spogliatoio spaccato, allo sbando, in continua frattura. E pensare che adesso che le accuse reciproche diventano esplicite, pubbliche, i laziali s'infuriano ancora di più: una decina ieri a Formello a contestare, in migliaia su radio e web a invocare la rivoluzione. Senza alcuna distinzione. «Indegni», le lettere scarlatte pittate già di notte sulle mura del centro sportivo. Nessuno ha più crediti, nemmeno «Pioli bla, bla, bla», ex allenatore dei miracoli, oggi complice per aver avallato il non mercato della società. Che, a sua volta, scarica la colpa proprio su di lui. Sentite Tare: «Anche noi siamo arrabbiati, non ci resta che vincere il derby», risponde a un contestatore solitario. Mica rinnega il proprio operato.
 
LA DIFESA
Si lavora forte per Tonelli a giugno. Ma, a gennaio invece, come si poteva pensare di sostituire il mostro de Vrij col parametro zero Bisevac? Guarda caso, tre gol di scarto in casa in Europa League, la Lazio non li aveva mai subiti. E in campionato siamo quasi a 40 in 29 giornate: «Io ho dato tutto», giura il povero Hoedt, per difendersi fuori dall'Olimpico dall'aggressione di alcuni sostenitori imbufaliti. E ci crediamo, purtroppo. Perché non poteva e doveva essere certo un ragazzino di 20 anni, altro costo zero tra l'altro, a sopportare il peso dell'assenza di Stefan. Né tantomeno Mauricio, che ieri se la dava a gambe insieme a Felipe scortato dalla Digos, per non essere linciato a Formello. L'esasperazione ormai è a mille, tanto da sfociare in episodi di altro razzismo, autogol con la Uefa che martedì prossimo deciderà sui buu a Costa a Praga. Chissenefrega, no? Tanto in Europa non c'è più un futuro. Tanto l'unico obiettivo ora è liberarsi di Lotito, in qualunque modo.

FUGGI FUGGI
«LiberalaLazio» come unico grido di battaglia, Lotito è solo e contestato pure dall'ultima sparuta minoranza all'Olimpico. Sta facendo male alle casse sue e della Lazio (diserzione totale al derby?), eppure nessun segno di resa. Anzi, statene certi, il presidente proverà ancora a scaricare ogni colpa non solo su Pioli, ma anche su quei big, che hanno tradito la sua fiducia. Candreva è il primo sulla lista, già pronto ad andar via: dopo il Barcellona, ora sogna una chiamata di Conte al Chelsea. Keita da tempo chiede la cessione, Biglia non ne può più e chissà che pure Marchetti e Lulic, freschi di rinnovo, non ci ripensino.

Nessuna strigliata neanche ieri ai giocatori da parte di Lotito, che a Salerno a parole aveva già ceduto «Felipe allo United». Giovedì, dopo la brutta debacle, era sceso nello spogliatoio dell'Olimpico a chiedere proprio una maglia del brasiliano. Fuori con lo Sparta, per fortuna i Diavoli rossi non vestono Praga.