Vuole tornare a vivere a colori, Felipe. L’ultima volta che ha vestito la maglia biancoceleste è stato il 30 luglio nell’amichevole vinta contro il Bayern Leverkusen. Da allora solo immagini in bianco e nero. Nessuna operazione, come successo per esempio a Bonaventura del Milan. Solo terapia conservativa. L’ultimo scatto su Instagram lo ritrae ancora in palestra mentre allena i quadricipiti. «Tornerò più forte di prima», giura il numero 10 laziale sul proprio profilo. Ha messo il turbo, ma non sarà facile ritrovare subito la miglior forma fisica, oltre quella della mente. Il brasiliano non gioca una gara da quasi quattro mesi per una maledetta tendinopatia che gli impediva di correre. Alla ripresa però Anderson cercherà lo sprint decisivo e di far vedere a Inzaghi d’essere pronto addirittura a riprendersi la maglia da titolare. Per farlo dovrà far capire a Simone di essere cresciuto a livello di personalità, il suo tendine d’Achille.
Di sicuro questa lunga rincorsa lo ha fortificato. Si è allenato da solo scacciando il dolore e i fantasmi. Non è facile stare a guardare gli altri che vincono e si prendono gli applausi. Sia chiaro, nessuna gelosia ma tanta saudade di campo. Ora che sarà di nuovo tra i convocabili, Inzaghi avrà “problemi” di abbondanza. Da dove giocherà il brasiliano? Difficile che possa strappare da subito il posto a Luis Alberto. Di gare a disposizione, però, ce ne saranno abbastanza a cominciare dalle sfide di Europa League. Si sente attaccante e di fare nuovamente il quinto di centrocampo non ne ha molta voglia. Anche se poi andando a guardare sia nel 3-5-2 che nel 4-3-3 ha avuto la stessa posizione media. Se vorrà giocare tante partite Anderson, che si sente solo attaccante, dovrà anche sacrificarsi in quel ruolo che non ama. È uno dei più forti ma dovrà convincersene prima di tutto lui stesso. In questo senso una mano potrebbe dargliela Lieva, uno che di personalità ne ha da vendere.
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