Luis Alberto: «Pronto a restare alla Lazio fino al 2025»

Luis Alberto: «Pronto a restare alla Lazio fino al 2025» (foto ROSI)
di Daniele Magliocchetti
3 Minuti di Lettura
Domenica 3 Maggio 2020, 14:43
Tanta voglia di giocare, correre col pallone, fare assist e tornare a vincere con la Lazio. Luis Alberto si confessa via Instagram con Javier Bautista, un giornalista di cope.esi, un importante sito di Malaga. Si parte subito a razzo, con lo spagnolo che rivela: «Il rinnovo arriverà, siamo vicini e io sono pronto a restare qui fino al 2025. Era quello che volevo. Lo scudetto? Speriamo di tornare a giocare, ma se lo vinciamo, giuro mi faccio tutti i capelli celesti». Ride e scherza Luis Alberto, accanto a sé ogni tanto passano i suoi figli che fanno un po' di baccano, lui li rimprovera, ma non più di tanto: «Non è facile per loro, sono bambini anche se stanno reagendo molto bene a tutto questo». Sul Coronavirus e l'emergenza sanitaria, il biancoceleste dice: «Leggo poco quello che sta succedendo. In Italia la situazione sta un po’ migliorando. In Spagna mi sembra è buona, la mia famiglia sta bene. Ho cercato di fare beneficenza, di dare una mano per quello che potevo, per fortuna noi calciatori abbiamo questa possibilità». Racconta che l'ha chiamato Papu Gomez: «Faremo insieme delle magliette io e lui, il ricavato della vendita andrà a persone che hanno difficoltà».

La Lazio. Il primo anno e tutto quello che è arrivato dopo. «Il mio anno più duro qui a Roma è stato il primo - ha raccontato il giocatore -, non erano contenti di me e stavo giocando al 50%, ma ho avuto sempre più fiducia. Oggi siamo una famiglia, quando uno fa gol esultiamo sempre tutti quanti, siamo uniti. Ci conosciamo tutti, sono cinque anni che stiamo insieme e ci vogliamo bene quando uno ha un problema ci aiutiamo. Quest’anno abbiamo battuto due volte la Juventus, abbiamo fatto diciotto vittorie. Il nostro obiettivo è la Champions League, se non ci andiamo ci uccidono (sorride). Arriviamo lì, poi eventualmente, vedremo dove saremo e parleremo di scudetto». L'atmosfera del Derby: «Qui è molto sentito anche più rispetto a quello di Siviglia. Nella settimana del derby non puoi nemmeno uscire di casa (ride, ndr). I tifosi della Lazio fanno delle coreografie molto belle. I tifosi della Lazio mi danno una forza incredibile, dispiace solo che all'Olimpico ci sia la pista d'atletica altrimenti lo stadio sarebbe ancora più una bolgia». Sui compagni racconta diversi aneddoti: «Arrivai qui, presi il 18 come a Liverpool, poi andò via Felipe Anderson e gli chiesi se potevo indossarlo io quel numero, visto che nella storia della Lazio ci sono stati grandissimi giocatori. Non volevo essere da meno. Nello spogliatoio quello che prendo più in giro è Radu, poi anche Acerbi. Lui ha una testa e una mentalità incredibile, a volte lo stuzzico dicendogli che è ingrassato e che non sta dando il massimo. Patric? Mette delle musica indecente, soprattutto in palestra, infatti quando ci sta lui, io non entro proprio». Una parentesi sulla nazionale: «Non so se sia stato un bene che l'Europeo sia slittato, spero il prossimo anno di esserci, adesso me la meritavo, tra un anno devo rimettermi sotto, ma dipende solo da me».

L'ultimo racconto è legato al famoso Lazio-Torino arbitrato da Giacomelli dove il giocatore a fine primo tempo rilasciò un'intervista piena di rabbia: «Stavamo giocando contro il Torino, Iago Falque fece fallo di mano e l’arbitro non vide il penalty e poi decise di espellere anche immobile per un contatto con Burdisso. Non ci ho visto più, ero furioso. Mi hanno intervistato alla fine del primo tempo, ma ogni cosa che provavo a dire non riuscivo, volevo parlare di tante cose e non sono riuscito né in italiano né in spagnolo. I tifosi dicono che Giacomelli è romanista? Sì. (ride, ndr)».
© RIPRODUZIONE RISERVATA