Lazio, Inzaghi: «Per Milinkovic è momento no». Cataldi: «Il gruppo è unito»

Lazio, Inzaghi: «Per Milinkovic è momento no». Cataldi: «Il gruppo è unito»
di Valerio Cassetta
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Dicembre 2018, 16:06
Un test per valutare chi ha giocato meno e finire al meglio il girone H d’Europa League. Simone Inzaghi, tecnico della Lazio, ha presentato in conferenza stampa nel centro sportivo di Formello il match con l’Eintracht Francoforte, in programma domani all’Olimpico:

Ultimo atto. «E’ una partita che chiude il nostro girone. Incontriamo una squadra importante che avrà un grandissimo seguito a Roma. Vorrò vedere una squadra che vuole fare una buona gara e chiudere il girone nel migliore di modi. Poi penseremo a gennaio all’Europa League».

Stimoli. «Quando non si hanno le motivazioni, si va incontro a brutte figure e non vogliamo farle. Metterò in campo una squadra competitiva».

Regia. «Mancano ancora due allenamenti. Vorrei portare Leiva e dargli un piccolo minutaggio in base alle sue condizioni. Per noi è importantissimo Lucas e sembra che sia tornato a buoni livelli, dopo una ricaduta. Il ragazzo si sente bene e speriamo di averlo in gruppo al più presto».

Recupero Sergej. «Milinkovic ha preso una botta contro la Sampdoria e ha fatto due giorni di differenziato. Oggi penso di riaverlo. Sta passando un momento che ho passato anche io. Ci sono dei momenti in cui le cose non vanno bene, e i  tifosi e le critiche ti fanno qualche accusa. Dovrà rispondere sul campo. E’ un giocatore importante, che se avesse segnato sabato sera, avrebbe fatto parlare di tutt’altro. Potrà far cambiare idea alla gente in poco tempo».

Portiere. «Strakosha è del ’95, al terzo anno da titolare nella Lazio. Può sbagliare qualche passaggio perché io chiedo di coinvolgere il portiere. E’ un ragazzo intelligente e molto propenso al lavoro. Sa che il lavoro del portiere è delicato. Lui deve stare super tranquillo».

Desideri. «Chiederò per Natale di non avere infortuni, di non avere problemi e di avere 26 giocatori disponibili. Cercherò di fare in modo di avere una squadra a disposizione nella sua interezza».

Sorteggio. «Arrivando secondi nel girone, troveremo delle squadre ben attrezzate. Il Salisburgo? Se dovesse esserci rivincita, ben venga. Ci sono squadre fortissime che sono scese dalla Champions e sappiamo che l’Europa League è stata vinta dall’Atletico, scesa dalla Champions. Ce la giocheremo con tutti».

Momento. «Sabato sera ho visto una grandissima gara. I ragazzi hanno messo il cuore in campo contro la Sampdoria. Poi il calcio a volte è crudele e ci ha condannato un errore al 99’, che non dovevamo commettere. Mi porto delle cose positive e negative. Per spirito e cuore non posso rimproverare nulla».

Umore spogliatoio. «C’è delusione, perché non vincere con 26 tiri a 3 crea delusione. Sono deluso dal risultato, ma contento della prestazione».

Esterni. «Durmisi ha avuto un contrattempo lunedì. Ieri ha svolto un lavoro differenziato e oggi vedremo».

El Mago. «A Luis Alberto ho fatto i complimenti per come è entrato. Ha fatto 20 minuti molto buoni da trequartista dietro a Correa e Immobile: con la Samp ha fatto un lavoro totale. Il suo ingresso in campo, come quello di Cataldi e Correa, ci ha dato una spinta in più».

Oltre al tecnico anche Danilo Cataldi, centrocampista classe ’94, ha risposto alle domande dei cronisti:

Nervosismo. «Quando non troviamo il risultato che si spera è normale che ci sia un po’ di nervosismo. Abbiamo dominato la partita e non trovando il gol ci siamo un po’ innervositi. Ho visto una squadra forte, che sa quello che deve e che deve limare qualche errore, come quello corale contro la Sampdoria».

Spazio. «Cerco sempre di dare il meglio da luglio a questa parte sia in partita che in allenamento. Ringrazio il mister che mi ha dato la possibilità di mettermi in mostra. Credo che questa squadra debba ripartite da subito per dare un segnale importante di presenza».

Gruppo. «Questo gruppo è coeso da inizio anno. Non è che deve ripartire. Si devono solo limare piccoli errori, tenere la concrezione e non sbagliare l’approccio come contro il Chievo. Dobbiamo credere nelle nostre potenzialità perché siamo una squadra forte».

Ruolo. «Ho fatto un processo di crescita a livello umano e professionale che mi ha aiutato. Mi sto trovando molto meglio col passare delle settimane in regia. Cerco di chiedere anche qualche consiglio a chi lo sa fare meglio di me, come a Leiva e Badelj. Tre anni fa non è stato un problema di ruolo, ma un problema personale. Cerco di impegnarmi a prescindere dal ruolo in cui il mister mi fa giocare».
© RIPRODUZIONE RISERVATA