Lazio, il problema non è soltanto Rocchi

Lazio, il problema non è soltanto Rocchi
di Alberto Abbate
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Martedì 22 Gennaio 2019, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 09:17
Il clamoroso sbaglio di Rocchi mette il prosciutto davanti agli occhi. Il doppio giallo ad Acerbi condiziona il giudizio di un match che il Napoli non ha vinto, ma stravinto. Quattro legni nella stessa partita sono difficili da centrare, anche se come dice Inzaghi, pur demeritando, la Lazio in parità numerica avrebbe potuto persino pareggiare. Ma è un altro l’errore: la sindrome d’accerchiamento arbitrale dell’ambiente sposta l’attenzione dal clamoroso gap fra gli uomini d’Inzaghi e quelli d’Ancelotti. Mica i titolari, le riserve partenopee, hanno annientato Immobile e compagni. E pensare che era a destra l’unica emergenza della Lazio. Rocchi adesso diventa l’alibi per far finta che su quella fascia non stia avvenendo un disastro. Squalificato Marusic, ecco Lulic e nel secondo tempo addirittura Parolo, come se non fosse aperto da 20 giorni il mercato. Questo non è l’inverno biancoceleste degli scandali arbitrali, l’anno scorso sì. Eppure nonostante i torti veri contro Toro e Fiorentina, la Lazio dopo 20 giornate aveva 43 punti in classifica (11 in più di adesso) e il terzo posto, 25 gol subiti (ora sono 23) e soprattutto 53 fatti contro i miseri 29 attuali. Aggrapparsi alla direzione di Rocchi, nonostante il record di 17 espulsioni e ko per la Lazio, toglie ancora ogni responsabilità a una società che ha dichiarato di voler andare in Champions, ma non sta facendo nulla per centrare l’obiettivo: «Chi glielo fa fare – dicono i più rassegnati - visto che nell’Europa che conta, la Lazio, non ce la vogliono mandare». 

ACERBI IN CURVA 
Le statistiche parlano quasi di un pareggio (13 a 12 le occasioni, 8 a 7 i tiri, 52% di possesso per i padroni di casa, 48% per gli ospiti). Peccato che in campo gli azzurri abbiano passeggiato e tenuto in pugno i numeri. Il San Paolo invece rimette sotto i riflettori l’inadeguatezza di alcune riserve biancocelesti a differenza di quelle d’Ancelotti. Inzaghi è furioso con Lukaku a sinistra, che viene sostituito dopo un tempo. Anche perché pure Lulic a destra entra nel panico. E adesso cosa succederà con la Juve senza Luiz Felipe, ma sopratutto Acerbi al centro? Francesco, ingiustamente espulso, è pronto a fare il tifo: «Dispiace saltare un match importante come la Juve, ma la vita mi ha insegnato a rialzarmi e lo farò anche questa volta. Domenica, insieme ai tifosi, sarò il dodicesimo uomo in campo». La Curva sta pensando d’invitarlo in Nord (già raggiunti i 40 mila spettatori), ma a dare il consenso dev’essere poi la Lazio. 

LE SCELTE
E’ probabile il ritorno alla difesa a quattro con i soli Radu, Bastos e Wallace a disposizione. A quel punto, forse pentito per domenica, Inzaghi potrebbe giocarsela con una sorta di modulo fantasia. Davanti dentro anche Correa. A Napoli è stato l’argentino a dare la svolta in corsa e ieri da Formello arrivava un presunto retroscena: Joaquin avrebbe reagito male una volta saputo di non essere titolare alla vigilia. Correa si lamenta da ottobre per lo scarso utilizzo, aveva persino meditato l’addio, ma adesso giurano che non ci sia stato nessun attrito sabato nello spogliatoio. Solo per un problema al piede, lo staff tecnico non lo ha utilizzato dall’inizio. Correa poi è entrato e ha dimostrato a tutti con le big quale dev’essere lo spirito. 
 
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