Lazio: ecco David Silva l'alchimista, amante del buon vino

David Silva
di Daniele Magliocchetti
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Lunedì 10 Agosto 2020, 09:34
La palla come migliore amica, il vino come passione e l’Alchimista di Paulo Coelho come filosofia di vita. Proprio un bel tipetto David Silva. Uno di quelli che non è facile vedere nel mondo del calcio. La Lazio sta ingaggiando una stella, tra oggi e domani le firme sul contratto attraverso il fratello Nando che, probabilmente, lo raggiungerà in Portogallo, dove il City è impegnato per le “Final Eight” di Champions. Un personaggio fuori dal comune, la società biancoceleste, anche per la propria immagine, ha trovato una pepita. Un Artista in campo, un po’ intellettuale fuori, insomma. E con un carisma pazzesco. Una bella testa, questo ragazzo che fa magie col pallone, ma che ha interessi oltre il calcio. La famiglia, la moglie Yessica e il piccolo Mateo, sono il centro del suo mondo, ma a “Merlino”, il suo soprannome e probabilmente mai tanto azzeccato, piace scoprire, studiare, plasmare ed entusiasmare, non solo sul prato verde. Sono gli insegnamenti di “abuela” Antonia Montesdeoca, la nonna materna, con la quale è cresciuto a Gran Canaria, in una casa di tre piani che si affacciava sul porto di Arguineguin. Da lì, iniziando a giocare con patate e arance sin da quando aveva cinque anni, è diventato il campione che tutti ammirano, da Pep Guardiola a De Bruyne, ad Aguero, per non dimenticare i compagni di nazionale o avversari come Messi e Ronaldo che ne hanno sempre decantato le lodi. 
MANIACO DELLA BELLEZZA
In qualsiasi posto dove è andato ha lasciato il segno ed è pronto a fare la stessa cosa anche alla Lazio. Immobile, Luis Alberto e Milinkovic, già sognano di duettare con lui e di fare vedere meraviglie dal punto di vista tecnico. «Sono contento quando faccio gol, ma se devo essere sincero, mi esalto di più quando faccio un assist che per una rete, seppur bella. Mi sento più appagato e contento», la massima di David, il nome che preferisce perché, come raccontava la nonna, «a lui non piace tanto essere chiamato Silva, preferisce Jimenez». Di sicuro questo modo di ragionare e preferire l’assist al gol, fa capire bene quanto lo spagnolo, mezzo canarino e mezzo giapponese per via della bisnonna, sia molto altruista in campo, ma anche nella vita. «Il gol è importante, se non ne fai, difficilmente ottieni vittorie, ma a me piace molto di più giocare bene che segnare. Mi realizza di più e sono più me stesso», ribadisce con forza David Jimenez Silva. Che, nonostante la filosofia sul bel gioco, è uno che non solo studia, ma lavora tanto sul campo. Un altro maniaco della perfezione. Basti pensare che, spesso, sia al Valencia che al City, rimane in campo per migliorare il tiro sulle punizioni e sugli angoli. D’altronde, da uno che, fin da piccolino, meticolosamente, costruiva montagne di sabbia per migliorare gli effetti delle punizioni, cosa ci si può aspettare? 
L’ARTE DEL VINO 
Ma non c’è solo il pallone o elaborare l’assist perfetto nella vita di David. E’ un cultore del vino, uno di quelli che si mette a studiare i terreni e le zone migliori per produrre del vino di qualità. Nel centro della Spagna, a Castiglia e Leon, David ha la sua cantina vinicola per il suo “Cebreros Dop”. Un’azienda costruita dal nulla insieme all’amico, e giocatore Sisinio Gonzalez Martinez, suo compagno nelle giovanili del Valencia e nell’Under 21 spagnola. Insieme hanno fatto tanta strada, considerato che il suo vino ha un’ottima reputazione. Un’etichetta che vanta ben 7 vini differenti, con una produzione di circa 50.000 bottiglie. Da qualche mese, inoltre, il futuro giocatore della Lazio ha anche ottenuto una licenza per poter costruire un’altra azienda vinicola nelle Canarie, su uno dei terreni dove è cresciuto con la nonna. E’ uno che non demorde, che si aggiorna e che vuole sempre stupire. La Lazio e i i tifosi non vedono l’ora di conoscerlo e scoprire il nuovo Artista versione biancoceleste. 
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