Roma e Napoli, la Corte d'Appello della Figc respinge i ricorsi. Friedkin e De Laurentiis si rivolgono al Collego di garanzia del Coni

Diawara
di Ugo Trani
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 07:30

Nessun ribaltone: la classifica della serie A non cambia. La Corte Sportiva d’Appello Nazionale conferma quanto deciso dal giudice sportivo: De Laurentiis e Friedkin, dunque, trattati allo stesso modo. Sconfitta a tavolino per entrambi, all’Allianz contro la Juve il 4 ottobre e al Bentegodi contro il Verona il 19 settembre. Il Napoli non riesce a farsi togliere neanche il punto di penalizzazione per la mancata presenza a Torino, la Roma non incassa nemmeno la richiesta del parere della Corte di Giustizia Federale per modificare la norma in cui l’errore è equiparato al dolo. Così restano a quota 14 punti (3° posto).


SPACCATURA INTERNA
Il ko a tavolino (3-0) è il risultato di Verona-Roma, partita finita in parità (0-0) sul campo. Respinto il ricorso del club giallorosso che ha comunque diviso i giudici, costretti a votare per arrivare alla fumata bianca: 4-3 di misura per chiudere la questione. Che per i Friedkin non dovrebbe, però, non finire qui. L’intenzione è di andare al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni: mossa più politica che giuridica. La bocciatura della corte, leggendo il dispositivo, è stata quella più o meno annunciata: Diawara, fuori dalla lista di gara, non avrebbe dovuto partecipare al match. Norma chiusa, dunque: chi sbaglia, paga. Senza badare alla differenza (enorme in questo caso) tra l’errore e il dolo. E addirittura «irrilevante» ascoltare il team manager Gianluca Gombar che, coinvolto in prima persona nella gaffe da dilettante allo sbaraglio, avrebbe dovuto riferire sul colloquio con il delegato della Lega calcio, vago e impreciso nel chiarimento sull’alert ricevuto dalla Roma. In più l’errore porta fuori strada l’avversario al momento di preparare la gara (i media, però, esistono e da giorni annunciavano la presenza di Diawara...): «L’inserimento nella lista dei giocatori costituisce elemento essenziale per fare conoscere alle altre consorelle partecipanti i giocatori contro i quali si misureranno, nel rispetto dei principi di lealtà sportiva e, soprattutto, delle regole alle quali tutti devono uniformarsi».


ULTIMA CHIAMATA
Eppure Diawara, con 4 slot liberi, avrebbe potuto giocare al Bentegodi. Errore sì, ammesso dal club giallorosso, inganno no. Ecco perché il ceo Fienga fa bene a contesta il dispositivo e annuncia che la Roma è pronta alla nuova battaglia. «Preso atto della decisione della Corte Sportiva d’Appello Figc - pur con il doveroso rispetto dei magistrati sportivi che hanno deliberato in tal senso, dopo una evidentemente lunga e dibattuta Camera di Consiglio - non posso non esprimere tutta la mia amarezza per una sentenza che reputo profondamente ingiusta.

Si è persa un’occasione per intervenire e modificare un’evidente lacuna normativa, ma soprattutto non si è voluto evitare che venisse comminata una sanzione palesemente sproporzionata rispetto al fatto commesso. Abbiamo fatto il massimo depositando un ricorso di grande importanza, che proponeva una soluzione giuridica che avrebbe permesso un giusto riesame di equità su questa norma che non distingue l’errore dal dolo. Riservandoci di analizzare ulteriori nostre azioni - allo stato - ci limitiamo a prendere atto che si è semplicemente deciso per una drastica chiusura a qualsiasi ipotesi di revisione di tale norma che riteniamo iniqua e ingiusta». Lo strappo vero è, però, con il Verona che, a differenza della Juve, si è costituita attraverso una memoria velenosa in cui i dirigenti giallorossi sono stati fatti passare per «incompetenti». Si è discusso di Pantaleo Longo, ex segretario della Roma che sta per trasferirsi proprio alla società veneta. Ma, con il riferimento diretto nella sentenza a Gombar, si è capito che Longo non è entrato nello strafalcione. Tant’è vero che non è stato licenziato, ma acccompagnato alla porta con robusta buonuscita. Premiato, altro che cacciato. Durissima, invece, la corte sul comportamento del Napoli che «nei giorni antecedenti a Juventus-Napoli, risulta teso a precostituirsi, per così dire, un alibì per non giocare quella partita». 


SCONTRO TOTALE
Ma De Laurentiis non si piega. E farà lo stesso percorso della Roma: «Il Napoli è già al lavoro per preparare il ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni, non condividendo in toto la sentenza che getta ombre inaccettabili sulla condotta della Società trascurando documenti chiarissimi a suo favore e delegittima l’operato delle autorità sanitarie regionali. Il Napoli ha sempre perseguito valori quali la lealtà e il merito sportivo, orientando la propria condotta al rispetto della salute pubblica e per fare in modo che il campo sia l’unico giudice a decidere il risultato di una partita di calcio».

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