Italia vecchia maniera, niente rinnovamento post Brasile e Conte è costretto a puntare sui veterani

Italia vecchia maniera, niente rinnovamento post Brasile e Conte è costretto a puntare sui veterani
di Ugo Trani
3 Minuti di Lettura
Domenica 5 Giugno 2016, 09:38 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 16:39
Il rinnovamento, dopo il flop in Brasile, non c'è stato. Nemmeno l'insediamento di Conte, in questo biennio, ha aiutato la Figc a voltare pagina, con l'obiettivo, almeno all'inizio, di arrestare la profonda crisi tecnica della scuola italiana. Il ct, del resto, ha dovuto prendere atto di come i nostri club, già da qualche stagione, abbiano deciso di puntare esclusivamente sugli stranieri. Nell'ultimo torneo, solo il 33 per cento dei giocatori sono stati selezionabili. Quando Lippi, 10 anni fa, vinse il mondiale in Germania, la scelta fu doppia: 66 per cento.
POCHI RICAMBI
Basta guardare i debuttanti nell'elenco dei 23 che mercoledì voleranno in Francia per rendersi conto di come l'Italia si sia fermata a Natal, quando uscì alla prima fase dal mondiale 2014. Conte porterà 5 novità a Montpellier: Zaza, Pellè, Eder, Bernardeschi e Sturaro. E il quinto non ha ancora esordito in maglia azzurra. Dall'agosto del 2014, e compreso lo stage di 3 giorni e mezzo dal 18 al 21 maggio, il ct ha chiamato 67 calciatori. E 24 (compreso il giovane portiere Meret), per la prima volta, hanno varcato il cancello del centro tecnico federale di Coverciano. Come, però, abbiamo visto, la scrematura è stata voluminosa. Il tentativo di rinfrescare la Nazionale è, insomma, andato a vuoto.
FACCE NOTE
Sono, quindi, 18 i confermati di altre gestioni. A cominciare da Buffon, 157 presenze, chiamato da Maldini. E 6 azzurri sono, invece, venuti con Lippi: Marchetti Barzagli Chiellini Bonucci De Rossi Candreva. Normale che quasi la metà dei convocati attuali rappresenti l'eredità del quadriennio di Prandelli. In pratica un'Italia al completo, con 11 possibili titolari: Sirigu Darmian De Sciglio Ogbonna Florenzi Parolo Thiago Motta, Giaccherini, Immobile, Insigne ed El Shaaarawy. Non c'è, dunque, da meravigliarsi che la nostra nazionale sia stagionata: età media 28 anni, 10 mesi e 21 giorni. Su 24 partecipanti a Euro 2014, solo l'Irlanda, la Russia, la Repubblica Ceca e la Slovacchia sono più vecchie.
DEBUTTANTE ALLA RISCOSSA
Zaza, punto fermo all'alba dell'éra Conte e panchinaro poi dietro Pellè, vuole riconquistare il posto in Francia. «Cerco di far tutto per farmi trovare pronto. Io sono partito con l'Italia da titolare, ma ho fatto un passo indietro. Ora deve essere preparato per qualsiasi possibilità. Ringrazio Conte che mi ha chiamato pur essendo stato utilizzato poco nella Juve». Non ha mai fatto coppia con Pellè, anche se si augura di poterlo affiancare, magari sorpassando Eder che non è in forma: «Credo che non ci siano, però, preclusioni: pur essendo entrambi prime punte, siamo differenti. E forse l'aspetto positivo del nostro attacco è che siamo tutti compatibili. Cioè, secondo me, tutti possiamo giocare con tutti. Questo potrebbe essere un'arma in più». La questione personale, comunque, gli interessa poco: «Noi dobbiamo essere assolutamente una macchina da guerra perché poi le qualità ce l'abbiamo anche noi. I giocatori che con un colpo possono farti vincere la partita ci sono, perciò dobbiamo essere degli animali, avere dei paraocchi e guardare avanti» ha chiarito nell'intervista concessa in esclusiva a Raisport. «Che l'Italia non ha i talenti di una volta penso sia visibile agli occhi di tutti, è una verità. Prima c'erano campioni già affermati che facevano già la differenza. Noi invece dobbiamo ancora sbocciare e non si possono fare assolutamente paragoni. Siamo stati un po' sfortunati, abbiamo perso gente di qualità come Verratti e Marchisio».