Inter forza cinque (sostituzioni), Conte ora non ha più alibi

Inter forza cinque (sostituzioni), Conte ora non ha più alibi
di Gianfranco Teotino
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Lunedì 28 Settembre 2020, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 11:56
La prima partita della stagione, una partita complicata, contro una bella Fiorentina, l’Inter l’ha vinta con il quinto cambio. Sanchez è entrato a una dozzina di minuti dalla fine al posto di Perisic, si è messo dietro le punte, ha lanciato Hakimi verso l’assist per Lukaku e poi ha messo sulla testa di D’Ambrosio il pallone del controsorpasso definitivo. Prima di Sanchez, erano entrati in campo dalla panchina altri quattro campioni come Hakimi, Sensi, Vidal e Nainggolan. Cinque sostituzioni che hanno trasformato radicalmente e migliorato la squadra. Mentre i quattro cambi della Fiorentina, che era in vantaggio a tre minuti dal novantesimo, hanno avuto l’effetto opposto di peggiorare via via sempre di più la prestazione viola. Questi dati di fatto portano a due considerazioni. La prima di carattere generale: introdotta in una situazione di emergenza quale quella del dopo lockdown (partite a distanza ravvicinata e in un clima estivo e presumibilmente afoso), la possibilità di operare cinque sostituzioni, adesso non si sa perché, stravolge il senso del gioco e produce l’ovvio effetto di favorire ancor più i ricchi a danno dei poveri, non è un caso che abbia deciso di rinunciarvi la Premier League, cioè il campionato più attento a cercare di preservare un minimo di equilibrio competitivo. La seconda invece si riferisce specificamente all’Inter: certo, il mercato non è finito, magari qualcuno partirà, ma Conte in questa stagione non avrà più ragione di lamentarsi di una coperta troppo corta.
NUOVA ÉRA
La nuova Inter è una squadra fortissima: qualità e quantità in tutti i reparti. Con un potenziale offensivo moltiplicato dall’iniezione di energia e fisicità a centrocampo e dal prevedibile impatto garantito dalla velocità e dalla tecnica di Hakimi. Piuttosto, anche levando la tara dell’assenza di De Vrij, ha stupito al debutto una fragilità difensiva inattesa. Sorprendenti anche le scelte iniziali di Conte, con il promettente, ma ancora inesperto, Bastoni in mezzo a guidare la difesa, avendo ai fianchi D’Ambrosio e Kolarov, due terzini adattati a centrali. Se si aggiunge un portiere come Handanovic, eccellente fra i pali, ma datato nella concezione del ruolo (non ci voleva Neuer per capire che sul taglio di Ribery per Chiesa bisognava uscire molto prima), non è azzardato domandarsi non solo perché non abbia giocato Skriniar (già venduto?), ma anche se non sia meglio passare a una difesa a quattro, ovviamente accorciando le distanze fra le linee per garantire maggiore protezione. In fondo, a inizio carriera la difesa a quattro per Conte non era un tabù e in Europa chi difende a cinque non vince mai.
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