La rivincita delle riserve corre più veloce sulle fasce

La rivincita delle riserve corre più veloce sulle fasce
di Alberto Abbate
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Lunedì 8 Maggio 2017, 12:26
La rivincita delle riserve corre più veloce sulle fasce. Sforna cross e assist-gol e non inciampa su sassolini nelle scarpe: «Oltre ai titolari esistono tanti altri giocatori che fanno bene. Alla Lazio chi entra dalla panchina dà comunque l'anima. Questa è la nostra forza, siamo tutti forti e indispensabili. Sia chi gioca dall'inizio, sia chi entra a partita in corso». Patric ha appena 27' per mettere la palla sulla testa di Lulic ed ancora una volta esultare come se fosse un titolare. Incredibile l'esempio di questo spagnolo, arrivato due anni fa a parametro zero da Barcellona, dimenticato e adesso diventato un'icona. Di una Lazio che coinvolge tutti e adesso raccoglie più maturi anche questi frutti: «Lo spogliatoio è pieno di belle persone e buoni giocatori, siamo tutti fratelli e in campo si vede. Corriamo l'uno per l'altro, le cose stanno andando bene anche per questo. Ora guardiamo avanti, dobbiamo essere sempre più cattivi e allenarci sempre di più. Siamo davvero contenti, dobbiamo continuare così perché possiamo fare qualcosa di ancora più bello. Questo deve essere un punto di partenza, dobbiamo guardare ancora più in alto». La scalata pazzesca di Patric conferma che si può fare sempre un ulteriore salto. Eppure i suoi piedi per terra sono il segreto del successo senza nessun eccesso, un'umiltà che non sfigura nemmeno davanti al talento del fratellino Keita. Già in terzo tempo, Jordan. Sarà pure per quel nome da cestista, ha già fatto canestro nel cuore dei laziali.
LUKAKU
E pensare che a inizio stagione, qualche tifoso ironizzava sul cognome: «Abbiamo preso il Lukaku sbagliato». Solo uno come Inzaghi per anni all'ombra del fratello Pippo poteva capirlo e dargli fiducia. Adesso il belga ha conquistato tutti. Aggrappati sereni alle sue lunghe trecce, dopo le ottime prestazioni contro la Roma. Intercity Lukaku anche contro la Samp, un trenino in corsia di sorpasso a destra per l'Europa: «Ognuno di noi ha dato il massimo, ognuno è stato aggressivo e determinato. Abbiamo fatto qualcosa di molto grande. Dopo la vittoria nel derby eravamo chiamati ad offrire una prestazione di livello, ma non era facile. Siamo entrati in campo con cattiveria e la voglia di sacrificarsi per il bene della squadra. Abbiamo peccato solo un po' di concentrazione dal momento in cui ci siamo trovati sul 7-1. Volevamo vincere per compiere l'ultimo passo verso l'Europa, per noi un traguardo importante». Per il futuro di tutti: a gennaio Tottenham e Southampton avevano bussato alla porta di Lotito, che già lo valuta il triplo dei 4 milioni spesi in estate col Genk. Ma ora Lukaku non ha nessuna intenzione di raggiungere Romelu in Inghilterra: «Convincerò lui a venire a Roma», la battuta fatta ad alcuni tifosi a Formello. Quando i gregari si fanno seri, guai però a considerare i sogni solo desideri.