Roma, Fonseca mette il muso e Dzeko

Dzeko e Fonseca
di Ugo Trani
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Domenica 27 Settembre 2020, 07:30
La rivale, una volta nemica odiatissima e oggi matrigna rispettata, è la Juve, 9 scudetti di fila e con Pirlo a fare scuola guida in panchina. L'ultima avversaria del campionato post lockdown fdiventa stasera la prima per la Roma all’Olimpico nel nuovo torneo. Sono passati solo 58 giorni dalla sfida del 1° agosto a Torino e, con lo sbarco di Friedkin che ha scongiurato il rischio di fallimento per il club e al tempo stesso ha però rallentato la ricostruzione della rosa, quel match vinto è già cancellato. Non da Fonseca: nessuno tra i colleghi che lo hanno preceduto a Trigoria è stato mai capace di far punti allo Stadium. Ma, anche per l’eliminazione in Europa League contro il Siviglia, proprio la il finale della vecchia stagione rischia di incidere sul futuro dell’allenatore. Dal successo al processo, in meno di 2 mesi. Il portoghese, basta guardarlo in faccia quando è inquadrato dalla telecamera, sa di essere in bilico, a quota 0 in classifica, a prescindere dalla presa di posizione in pubblico del ceo Fienga che venerdì gli ha confermato la fiducia. Teso e sconsolato. Il risultato contro i campioni d’Italia peserà, in un senso o nell’altro: contano la prestazione e, in caso di ko, pure il punteggio. Oppure, come spesso accade nel calcio, il punto della situazione si farà durante la sosta per le nazionali, cioè dopo partita del 3 ottobre contro l’Udinese in Friuli. Allegri e c. aspettano, dunque, in stand by.

CAMPIONARIO IN MOSTRA
Fonseca svicola davanti a qualsiasi domanda per non scivolare. Se invece a consigliarlo è stato il management di Friedkin, dà l’impressione di essere come commissariato. Black out sul mercato e soprattutto su Smalling che, prima di partire per Verona e anche al Bentegodi dopo lo 0-0 di sabato, è finito sempre al centro di ogni suo discorso. Sparito, insieme con la sconfitta a tavolino per lo strafalcione al momento di compilare la lista da inviare in Lega (Diawara lasciato fuori dagli over 22). «Sono totalmente concentrato sulla partita contro la Juve». L’unico strappo alla (nuova) regola fa rumore. Nessuno gliela chiede, ma lui annuncia la formazione: «Se non succederà niente fino all’inizio della gara, la squadra titolare sarà: Mirante, Santon, Mancini, Ibanez, Kumbulla, Spinazzola, Pellegrini, Veretout, Pedro, Mkhitaryan, Dzeko». Come a dire: scelte obbligate, messaggio indiretto alla nuova proprietà. Dentro i migliori, considerando anche le assenze, partendo dalla più significativa, con Zaniolo fuori almeno fino a marzo. A parte Perotti e Pastore, indisponibili ormai da contratto, non sono al meglio nè Karsdorp nè Peres: ecco perché gioca Santon. Debutta Kumbulla, novità stagionale nel 3-4-2-1 con Pedro.

TAGLIO E CUCITO
«Dzeko è motivato. E non è vero che si sia rifiutato di entrare contro il Verona». Mai detto da nessuno. Fonseca fa quasi scena muta per non complicarsi ulteriormente la vita. Sa che dovrà ricostruire il rapporto con il capitano che lo scaricò in diretta tv dopo la resa contro il Siviglia a Duisburg lo scorso 6 agosto. Il centravanti, promesso bianconero fino a qualche giorno fa, è la sua ciambella di salvataggio per restare a galla. E ripartire: «La squadra sta meglio di un anno fa». Il portoghese lo ha garantito a Friedkin che farà l’esordio da presidente all’Olimpico con i mille inviati. «Ci parlo dal primo giorno, lavoriamo insieme per costruire un Roma più forte».
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