Europa League, l'Atalanta aspetta il Sarajevo a Reggio Emilia. Gasperini: «Niente presunzione in coppa»

Europa League, l'Atalanta aspetta il Sarajevo a Reggio Emilia. Gasperini: «Niente presunzione in coppa»
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Mercoledì 25 Luglio 2018, 19:43
 «Guai a essere presuntuosi: esistono precedenti di squadre italiane andate fuori nei preliminari». Alla vigilia della seconda avventura di fila in Europa League, Gian Piero Gasperini lancia un monito alla sua Atalanta, costretta stavolta a passare dai turni di qualificazione. Domani, al Mapei Stadium di Reggio Emilia, arriva il FK Sarajevo: «Gioca un calcio offensivo, è dotato fisicamente e tecnicamente, con qualità in fase di conclusione - spiega il tecnico dei bergamaschi -. Noi dobbiamo esprimerci in base alle nostre caratteristiche: in campo internazionale gli avversari sono sempre preparati. E noi siamo in ritardo». Chiara allusione a un precampionato che dura da sole tre settimane e a un avversario con la prima della serie A bosniaca già alle spalle. Gasperini si ritrova subito con problemi di formazione: «Ilicic (febbre, ndr) è stato male, non c'è nemmeno Freuler. Dobbiamo pescare fra le nostre disponibilità». Leggi Musa Barrow, probabilissima prima punta con D'Alessandro e Gomez larghi: «Non è più una sorpresa ma un punto di forza, anzi una certezza», prosegue il Gasp. In porta Berisha in pole position su Gollini; trio arretrato Toloi-Mancini-Masiello, Castagne e Gosens sulle corsie con la coppia de Roon-Valzania in mezzo. Le alternative davanti si chiamano Tumminello e Zapata, ma il colombiano è ancora indietro di condizione: «Con Duvan parliamo la stessa lingua, gli spiego cos'è l'Atalanta agevolandogli l'inserimento e lo sto anche aiutando a cercare casa a Bergamo», rimarca Alejandro Gomez, intervenuto nel prepartita. Forse anche per smentire i rumors che lo danno vicino alla Lazio: «Per rispetto della squadra non è giusto parlare di mercato. Dobbiamo puntare a passare il turno senza pensare a nient'altro», taglia corto il numero 10. La vera novità è argomento per l'uomo in panchina, anche se visto il jet lag dall'Australia (dov'era impegnato nella tournée col Chelsea) un suo utilizzo è fantacalcio: «Pasalic ha fatto le visite oggi e ovviamente non ci sarà. Resta un elemento importante giunto a completamento del nostro organico: lamentavamo tre partenze di spessore (Caldara, Spinazzola e Cristante, ndr) e adesso almeno numericamente siamo a posto». Quanto al Papu, l'occasione è buona per salutare il partner d'attacco finito alla Spal: «Andrea Petagna mancherà a tutti perché è un ragazzo straordinario, se siamo qui è anche merito suo - sottolinea -. Confermarsi non sarà facile, ma dopo due anni con il mister la squadra gioca a memoria e aiuta l'inserimento dei nuovi arrivati». Toccato sul vivo dalla domanda circa la sua volontà di essere decisivo, l'argentino con la fascia al braccio chiarisce il suo pensiero: «Significa forse che devo segnare per forza? Io cerco di dare qualità, non voglio tornare all'Atalanta dei vecchi tempi, quando sono arrivato io, che lottava solo per la salvezza - precisa -. Per me essere decisivo significa segnare o fare assist o giocate al servizio dei compagni. Nel gruppo è rimasto il rammarico dei sedicesimi di finale persi col Borussia Dortmund». La chiosa spetta a Gasperini, che si tiene qualche preoccupazione: «Siamo ancora qua per entrare a far parte dell'Europa che conta, non ci sentiamo declassati per doverci guadagnare i gironi. L'unico vero problema è che a parte la buona amichevole di sabato scorso con l'Hertha Berlino abbiamo davvero giocato poco: la prima partita di coppa è sempre un'incognita».
 
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