Roma, ecco Dzeko: con il Benevento per il rilancio. E il contratto

Roma, ecco Dzeko: con il Benevento per il rilancio. E il contratto
di Alessandro Angeloni
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Sabato 17 Ottobre 2020, 07:30

Edin, tocca a te. Ma stavolta sul serio. Senza musi lunghi, senza brocio, con meno errori e più gol. Lettera (virtuale) aperta dei tifosi della Roma a Dzeko. Non ci sarà, purtroppo, il pubblico delle grandi occasioni domani all’Olimpico contro il Benevento, ma tanta gente aspetta un cenno della sua presenza. Il solito. Quello a cui erano abituati, da cinque anni a questa parte. Prestazioni e gol. E’ un momento un po’ così, nemmeno con la nazionale della Bosnia è andata bene, una sconfitta e un pari e due mezze gare (120 minuti su 180), solo una da titolare, ma la Roma è per Dzeko resta qualcosa di speciale, nonostante tutto. E’ stato sul punto di andare via tre volte e tre volte ha dimostrato in seguito che non era quella la strada giusta. La quarta, l’ultima estate, sembrava invece l’occasione con la maiuscula. E neanche questa volta, l’affare si è concretizzato. Doveva essere un giocatore del Chelsea (gennaio 2018), dell’Inter (estate 2019), della Juve (nell’ultimo mercato). Ma ora è la Roma, per i prossimi due anni. L’ingaggio è sempre pesante, specie di questi tempi: sette milioni sono un onere. Ecco perché il club vorrebbe abbassare l’ingaggio annuo, allungare il contratto e renderlo più gestibile. Magari incentivando lo stipendio con bonus che incidono minimamente sul bilancio. Progettando un futuro, chissà, anche post calcio. Magari da dirigente.
A ZERO
Dzeko fino ad oggi è ancora a quota zero nella casella dei gol segnati. Zero contro la Juventus, zero contro l’Udinese, mentre nella prima giornata a Verona era in panchina. Se poi andiamo a guardare il dato dal post lockdown, ci rendniamo conto che non è esaltante. Edin dalla ripresa, gara contro la Sampdoria del 24 giugno a oggi ha fatto centro solo 4 volte.

Due reti, appunto, contro i blucerchiati uno contro il Verona e uno al Torino. Quattro (sei assist) in dieci partite. Va aggiunto il gol segnato contro l’Italia nella sfida per la Nations League lo scorso 4 settembre a Firenze. Dzeko dal 2015 a oggi ha vissuto quasi sempre da protagonista. Soltanto con l’arrivo di Spalletti si è sentito in discussione, perché la Roma aveva trovato l’assetto migliore con il falso nove (Perotti). A parte quella parentesi non è mai stato messo in dubbio la sua presenza, fino a diventare - con l’addio di De Rossi - capitano (primo straniero dopo 22 anni di egemonia romana). Quest’anno il suo alter ego è un giovane rampante, che arriva dal Real Madrid: Borja Mayoral, 23 anni. Che a Roma non ha intenzione - e lo ha apertamente dichiarato - di fare la riserva fissa. Se lo spagnolo darà cenni di vita, non è escluso che Fonseca possa pensare ad un’alternanza anche in campionato e rimettere in discussione il ruolo da titolare di Edin, o magari farlo giocare insieme. Domani c’è il Benevento, molto probabilmente rivedremo Dzeko dal primo minuto, contro i campani ha segnato tre reti in passato (due al Vigorito, uno all’Olimpico), mentre Mayoral giocherà in coppa giovedì. Questo anche per una normale gestione delle forze. Dzeko ha 34 anni e non può presenziare sempre e Fonseca non vuole trovarsi a puntare su di lui- come accaduto in passato - anche da infortunato. Il modulo con i due trequartsti dovrebbe agevolare Edin, che si abbassa e scarica assist per chi si inserisce da dietro. Ma la gente da lui vuole i gol: ne ha realizzati 106, è a 5 da Amadei, 32 da Pruzzo. Dzeko soprattutto vuole un trofeo: solo in Italia non lo ha ottenuto. Ma serve un altro Edin, lui lo sa. 

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