Candreva sale in cattedra e si riprende la Lazio nella notte di Praga

Qualità e quantità al servizio della squadra. Ritmo e intensità per tutti i 90 minuti. Estro e talento abbinati a concretezza e resistenza. Quando Antonio Candreva sale in cattedra, non ce n'è per nessuno. La gara contro lo Sparta Praga, andata degli ottavi di finale di Europa Legue, mette in mostra un giocatore ritrovato lontano dall'Olimpico e a tratti sfortunato. Pioli non lo schierava titolare dalla partita casalinga contro il Sassuolo. L'esterno di Tor de Cenci non ha preso bene l'esclusione con il Torino, ma non ha fatto polemica. E' rimasto al suo posto, e si allenato in silenzio, riversando in campo, al momento giusto, tutte le energie accumulate.

Senza pause. Sulle corsie esterne della Generali Arena semina il panico, mettendo in crisi i due terzini avversari. Spinge e ripiega, inventa e contrasta, e quando tira mette sempre paura. Il primo acuto del numero 87 arriva al 37' del primo tempo. Il suo destro al volo in acrobazia spaventa Bicik che devia in angolo, sugli sviluppi del quale arriva il pareggio di Parolo. A nulla servono i raddoppi di marcatura.

Protagonista sfortunato. Antonio mette in mostra tutto il suo repertorio, ma non trova fortuna. Al 57' spara un bolide da posizione defilata, ma la traversa gli nega la gioia del gol. Con Keita, impiegato al centro dell'attacco a gara in corso, si intende a meraviglia. I due dialogano alla perfezione, chissà se Pioli non ripeterà l'esperimento anche in futuro. A fine partita è il primo a guidare la squadra sotto al settore ospiti per applaudire i 1700 eroi arrivati da Roma. Un gesto da capitano, che vuole portare la Lazio lontano in Europa