Serie C, calciatori in sciopero: salta la prima giornata. Il Tar conferma il Trapani in Serie C

Serie C, calciatori in sciopero: salta la prima giornata. Il Tar conferma il Trapani in Serie C
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Martedì 22 Settembre 2020, 15:40 - Ultimo aggiornamento: 16:42
L'Associazione italiana calciatori, preso atto dell'impossibilità di raggiungere un'intesa con la Lega Pro sul regolamento del minutaggio dei giovani e l'abolizione delle liste dei giocatori utilizzabili nel Campionato di Serie C, conferma che i calciatori non scenderanno in campo nella prima giornata di campionato, sabato e domenica prossimi. «L'azione di protesta nasce - spiega l'Aic in una nota - dall'inspiegabile passo indietro della Lega Pro, rispetto al regolamento in vigore nella precedente stagione sportiva, relativo alla reintroduzione di limitazioni, sostanzialmente obbligatorie, dell'utilizzo di un numero massimo di calciatori professionisti». 

Ripartirà dalla Serie C il Trapani Calcio. Il Tar del Lazio, infatti, ha respinto il ricorso con il quale la società siciliana contestava tutti gli atti emanati dalla Figc con i quali è stata inflitta una penalizzazione a causa del mancato pagamento degli stipendi di gennaio e febbraio entro il 16 marzo scorso, confermando quindi la retrocessione in Serie C. Nella sentenza, i giudici amministrativi ricostruiscono in premessa la vicenda. Il Trapani Calcio, nel corso della scorsa Serie B era stato sanzionato con due punti di penalizzazione per il ritardato pagamento di una mensilità ad alcuni dipendenti o collaboratori. Questa sanzione (la società chiuse con 44 punti, in luogo dei 46 precedenti, risultando terzultima nella classifica finale e quindi retrocessa) è stata impugnata davanti agli organi della giustizia sportiva, che hanno respinto il ricorso. La retrocessione è stata successivamente impugnata davanti al Collegio di Garanzia dello Sport, con uguale esito e ricorso respinto. Di qui, l'impugnativa al Tar. Dopo aver ritenuto regolare la modalità e i tempi di deposito della sentenza del Collegio di Garanzia, ed entrando nel merito del ricorso, il Tar ha innanzitutto risposto alla tesi secondo la quale il Consiglio Federale e la Lega Nazionale avrebbero illegittimamente limitato il prossimo campionato di Serie B a sole venti squadre, in assenza di un'espressa delibera che li abilitasse a tale riduzione. Il motivo è stato ritenuto «privo di pregio», giacché «la norma conferisce espressamente, in via generale e senza ulteriori specificazioni, al Consiglio Federale il potere di modificare con delibera l'ordinamento dei campionati».

Per i giudici poi emerge chiaramente «come il Consiglio Federale abbia deliberato che il campionato di Serie B relativo alla stagione 2019/2020 si sarebbe dovuto concludere, relativamente alle retrocessioni, con retrocessione diretta al Campionato di Serie C delle squadre classificate all'ultimo, penultimo e terz'ultimo posto.
La società ricorrente si è classificata al terzultimo posto ed in esecuzione delle delibere sopra citate deve retrocedere alla serie inferiore». Ultimo punto di ricorso, quello relativo alla tesi secondo la quale la retrocessione sarebbe stata illegittima in virtù del fatto che la stagione sportiva 2019/2020 è stata pesantemente influenzata dall'emergenza Covid. Per il Tar «i profili di irragionevolezza, illogicità manifesta e contraddittorietà denunciati non sono supportati da valide argomentazioni, dovendo al riguardo rilevarsi che tutte le squadre del campionato di Serie B hanno dovuto affrontare e risolvere problematiche legate alla disputa di gare ravvicinate, ovvero al clima più caldo dei mesi di luglio ed agosto, ovvero ancora alle frequenti trasferte» e «appare ragionevole che i competenti organi dell'ordinamento sportivo abbiamo cercato di limitare i danni e gli stravolgimenti inevitabilmente connessi al repentino scoppio dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, tentando, per quanto possibile, di concludere la stagione in corso (2019/2020) secondo le regole prefissate, anche al fine di evitare inevitabili effetti 'a catenà sulle stagioni successive».
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