Calcio, ecco la squadra di giocatori di Serie A nati soltanto a Roma

Calcio, ecco la squadra di giocatori di Serie A nati soltanto a Roma
di Benedetto Saccà
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Giovedì 3 Dicembre 2020, 01:36 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 00:09

In questa città che non di rado si rivela magica, alle volte, anzi spesso, possono venire delle idee strane. Tipo. E se all’improvviso la Roma o la Lazio diventasse come l’Athletic Bilbao? Ovvero: se diventasse una squadra di giocatori nati soltanto in città. Certo, l’Athletic e la Real Sociedad attingono generosamente i calciatori dal bacino di tutta la regione dei Paesi Baschi. E se invece, in Serie A, esistesse una squadra composta da giocatori nati, non nel Lazio, ma solo e soltanto a Roma? Una sorta di Seleçao di Roma, tanto per capirsi. 

Di questi tempi, prima che qualcuno si irrigidisca o siccome ha già sicuramente frainteso, conviene precisare: è un solo gioco. Ripetiamolo insieme: è solo un gioco. Un divertimento. Come il calcio, dopotutto. Tra l’altro, per schierare la squadra abbiamo cercato di essere quanto più possibile fedeli ai reparti e ai ruoli specifici dei giocatori.

Ma, non trattandosi di una tesi per il supercorso di Coverciano livello Uefa Pro, potrebbero anche apparire qua e là avventati svarioni che, siamo certi, saranno pietosamente guardati con tanta benevolenza e molta fantasia. 

La regola è solo una, come detto: tutti romani de Roma. Dunque. Il sistema di gioco è il 4-3-3. In porta si affaccia guardingo Simone Farelli, 37 anni, tesserato di recente dalla Roma nel totale silenzio come quarto portiere. Notizie frammentarie narrano abbia scelto la maglia numero 12. Non lo sapevate? Non vi preoccupate: nemmeno il sito della Roma pare se ne sia accorto finora, eppure ci sarebbe anche sommessamente da annotare che il nome di Farelli compariva, destando sorpresa, nella lista dei convocati per la partita di domenica contro il Napoli.

In difesa sbuca subito Lorenzo De Silvestri, classe ‘88, il bravo ragazzo di Monteverde, oggi approdato al Bologna dopo una vita passata nel Torino. Persona seria, Lollo. Al centro fanno la guardia Federico Barba, 27 anni, centrale del Benevento, e l’esperto («anziano» forse sarebbe stato un tantino eccessivo) Federico Peluso, 36 anni, dal 2014 di stanza al Sassuolo. Sull’altra fascia, invece, corre l’imprendibile Luca Pellegrini, classe ‘99, oggi Genoa in prestito dalla Juventus.

Tre sono i centrocampisti. Ci conforta sapere che c’è ad esempio l’altro Pellegrini, cioè il romanista Lorenzo, 24 anni. Va detto che forse è uno dei migliori dell’intera squadra. Nulla di personale... Vicino si sistema il suo avversario diretto in città: vale a dire Danilo Cataldi, che ha 26 anni e gioca nella Lazio. Infine ecco il sorriso furbetto di Valerio Verre, classe ‘94, uno dei perni della Sampdoria. 

E l’attacco? L’attacco, bisogna premetterlo, è pericolosamente aggressivo. La prima maglia se la prende l’interista Matteo Politano, 27 anni. La seconda è invece di Gianluca Scamacca, 21 anni appena, punta del Genoa in prestito dal Sassuolo. E la terza cade giusta giusta sulle spalle del 27enne Gianluca Caprari, che gioca nel Benevento in prestito dalla Sampdoria. Manca l’allenatore, è vero: in fondo, c’è l’imbarazzo della scelta: Claudio Ranieri o Fabio Liverani, solo grandi tecnici.

Leggendo la formazione, però, affiora un fil rouge. Tutti, o quasi, i giocatori sono cresciuti nelle giovanili della Roma e della Lazio. A Trigoria, andando a memoria, sono fioriti Barba, i due Pellegrini, Verre, Caprari e in parte Scamacca. A Formello, invece, De Silvestri, Peluso e Cataldi – e per qualche tempo Scamacca, che come avrete intuito ha frequentato entrambi i vivai. Insomma. Non si può certo fingere di non notare il lavoro prepotentemente, straordinariamente efficace della Roma e della Lazio nella scelta e nella crescita dei ragazzi della Capitale.

Poi, certo, fino a una decina abbondante di anni fa, se avessimo provato a stilare una squadra analoga, avremmo schierato una formazione che probabilmente avrebbe faticato a non vincere lo scudetto con cinque/sei giornate di anticipo. Servono nomi, tanto per intenderci? Alessandro Nesta, Daniele De Rossi, Marco Di Vaio, Alberto Aquilani. E poi, sì, certo, ovvio, il più bravo di tutti, il migliore di sempre, il numero dieci: Francesco. Totti.

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