Blatter: «Sono triste e dispiaciuto, trattato come un punching ball». Platini: «Non sono sorpreso. Sentenza scritta 4 mesi fa»

Blatter: «Sono triste e dispiaciuto, trattato come un punching ball». Platini: «Non sono sorpreso. Sentenza scritta 4 mesi fa»
di Redazione Sport
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Lunedì 21 Dicembre 2015, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 16:51
«Sono davvero dispiaciuto perché sono stato trattato come un punching ball e sono triste come presidente della Fifa per il calcio, triste e dispiaciuto per la Fifa, ma soprattutto mi dispiace l'aspetto umano di questa situazione». Lo ha dichiarato il presidente della Fifa, Seppe Blatter, in conferenza stampa a Zurigo, dopo la squalifica di 8 anni da parte del Comitato Etico. «Potete identificarmi come un ottimista, pensavamo di avere convinto la camera arbitrale del Comitato Etico presieduta da Hans Joachim Eckert, di questa situazione, di come è stata creata. Con Michel Platini avevamo un contratto che era terminato ma era ancora valido invece adesso non siamo in questa situazione. Avevamo un contratto orale, un gentleman agreement che era in atto dal 1998», ha aggiunto Blatter. «Eravamo in Francia e Platini mi ha detto che avrebbe voluto lavorare per la Fifa, io gli ho risposto che sarebbe stato meraviglioso, sono suo amico e gli ho detto che non avrei potuto pagarlo adesso: 'tu lavori e poi ti pagò. Ma hanno negato l'esistenza di un contratto di questo tipo e questo accordo era direttamente o indirettamente confermato da due incontri a livello internazionale, uno in Svezia e uno a Zurigo».

«Nessuna novità, il verdetto era stato scritto quattro mesi fa. Per questo non sono sorpreso». È questa la prima reazione di Michel Platini all'Ansa dopo la squalifica di otto anni che gli ha comminato la commissione etica della Fifa.
«Questa decisione non mi sorprende - spiega Platini - La procedura adottata nei miei confronti dalla Commissione Etica della Fifa è una messinscena allestita per infangarmi con accuse che conosco bene e che oggi smentisco nella loro legittimità e credibilità.
Sono convinto che la mia sorte fosse stata già decisa prima dell'udienza del 18 dicembre e che questo verdetto non sia altro che una »copertura« patetica della volontà di eliminarmi dal mondo del calcio. Parallelamente al ricorso al Tas - aggiunge il presidente dell'Uefa - sono determinato a ricorrere, al momento opportuno, alla giustizia civile per far sì che siano chiariti i pregiudizi che ho dovuto subire da troppe settimane in questa procedura. E andrò fino in fondo in questa vicenda. Nella vita, come nell'esercizio del mio mandato, il mio comportamento è stato sempre irreprensibile e sono in pace con la mia coscienza».

 
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