Bergamo altissima, è quarta. Bel Genoa, ma l'Udinese regge

Bergamo altissima, è quarta. Bel Genoa, ma l'Udinese regge
di Vanni Zagnoli
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Domenica 6 Novembre 2016, 17:27
Un quarto di secolo dopo, l’Atalanta è da Europa league. Nel ’91 arrivò ai quarti, con Piero Frosio e poi l’indimenticabile Bruno Giorgi, con Gasperini convince molto di più sul piano del gioco, il tecnico si conferma il più spettacolare d’Italia, da un decennio. A Reggio arriva la sesta vittoria in 7 partite, dopo l’avvio preoccupante, solo però come punti. E a Marassi la sua ex squadra, il Genoa, non riesce a battere l’Udinese, rinata con Delneri.

Sassuolo-Atalanta 0-3: pt 19’ Gomez, 24’ Caldara, 43’ Conti.
Il crollo neroverde è prevedibile, con quegli 11 infortunati. La rosa non è attrezzata per reggere il doppio impegno, troppi giovani e un budget non da Mapei. Eusebio Di Francesco affretta la preparazione per raggiungere i gironi, per i 16esimi comunque complicati da raccogliere, ma anche nelle vittorie più esaltati aveva concesso parecchio. A Reggio si era aggiudicato tutte e 7 le prime partite stagionali, in 3 raccoglie un punto e 8 gol al passivo, tradendo la fragilità difensiva tipica delle sue prime stagioni in A, al Lecce (esonerato) e con il Sassuolo debuttante. Senza quella sconfitta a tavolino, i modenesi avrebbero 16 punti, adesso però l’orizzonte è fosco, con la salvezza come obiettivo. 

L’Atalanta resta fenomenale, con i gol di Papu Gomez (in fuorigioco. Peccato non sia convocabile da Ventura, che lo porterebbe in Russia 2018) e degli azzurrini Caldara e Andrea Conti, centrale ed esterno destro, trascinanti anche con l’under 21. Anche Gagliardini, Spinazzola e Petagna sono giovani di qualità. Zukanovic convince più che alla Roma, mentre Kurtic è un errore di Eusebio Di Francesco, come Pavoletti, sono due giocatori di peso sui quali il tecnico abruzzese mai ha puntato. Andrea Masiello è rinato dopo le scommesse, stanno in panchina la certezza Paloschi e perni passati, Carmona, Grassi e Raimondi. E Berisha convince più di Sportiello, il cambio fra i pali coincide con questo sprint bergamasco.

Il secondo tempo orobico è di controllo, Di Francesco aumenta il nervosismo di questi giorni e all’80’ verrà espulso. I “sassolini” erano in questa difficoltà solo nello sprint promozione e all’esordio, con il parziale di 14 sconfitte in 17 gare, che costarono il parcheggio al tecnico. Però ci stava anche il 2-3, considerata la traversa di Defrel prima dell’intervallo e il sinistro aggirante sulla trasversale di Politano. L’attaccante romano arriva in nazionale grazie a 100 giorni sprintosi, da erede di Nicola Sansone.

Genoa-Udinese 1-1: pt 11’ Thereau (U), 25’ Ocampos.
A Marassi la sfida è molto straniera, i bianconeri hanno un solo italiano, Angella, in panchina, il grifone ne presenta 4. Il tremendismo di Juric si acquieta, dopo le mirabilie di Crotone, resta inferiore al maestro Gasperson. Lo spettacolo è godibile grazie comunque ai rossoblù, sotto per il break dell’elvetico Widmer, fra i migliori esterni della serie A, da 4 stagioni, e alla freddezza transalpina di Cirillo Thereau. Il pari per azione di Edenilson, ex mai banale, e chiusura aerea di Ocampos, brasiliano e argentino, da Europa: per l’ex Olympique Marsiglia è il primo gol italiano. Zapata manca il controsorpasso, confermando limiti tecnici emersi già a Napoli. Altri primattori del primo tempo sono il venezuelano Rincon, il regista difensivo dell’Udinese Danilo, mentre De Paul è discontinuo. Nella ripresa altro Grifo, con Laxalt, mai deludente. Il ritmo si abbassa a parte il finale. Karnezis è portiere di livello europeo, vola su Pavoletti e su Rincon. Fu Stramaccioni a preferirlo a Scuffet, lanciato a 16 anni da Guidolin e smarrito subito, dopo il no all’Atletico Madrid per studiare.
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