Trentalange: «Basta violenza sugli arbitri». Rocchi: «Con gli errori si cresce»

Trentalange: «Basta violenza sugli arbitri». Rocchi: «Con gli errori si cresce»
di Mario Tenerani
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Sabato 26 Marzo 2022, 22:16 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 07:41

“Vogliamo provare a comunicare, siamo pronti ad aprirci”. Con queste parole il presidente dell’Aia, Alfredo Trentalange, ha cominciato la conferenza stampa di oggi al Centro Tecnico di Coverciano, accompagnato dal suo vice, Duccio Baglioni, e dal designatore, Gianluca Rocchi. Un incontro vero, con un’apprezzabile dose di autocritica e tanta voglia di spiegare la nuova politica del settore arbitrale, le innovazioni e anche i casi complicati legati all’interpretazione del Var. Intanto partiamo dalle novità: dalla prossima stagione in A e B ci sarà l’introduzione di una nuova figura, l’addetto all’arbitro, e poi si punterà alla separazione della carriere con la creazione di un team di 10 “varisti” che si occuperanno solo di quella mansione perché la difficoltà del ruolo necessità una specialità. 
Il presidente Trentalange ha puntato l’attenzione anche su una situazione di autentica emergenza: “Ogni fine settimana abbiamo la media di tre arbitri giovani, tra i 16 e 20 anni, ricoverati al pronto soccorso perché vittime di episodi di violenza. E’ insopportabile tutto questo, non rimarremo inermi a guardare e ci stiamo già muovendo con le forze dell’ordine e le società”. E l’altro problema: “Abbiamo una crisi di vocazioni, per questa ragione col doppio tesseramento, un ragazzo potrà arbitrare e giocare poi nella sua società, trasmettendo valori importanti, cercheremo di tamponare questa emorragia”. 

Trentalange prima e Rocchi dopo hanno puntato molto sulla sintonia assoluta con la Federazione: “C’è il dispiacere per la nostra Nazionale, ma bisogna guardare avanti. Proiettati nel futuro, dalla parte del presidente federale pesantemente, un progetto che va avanti. Abbiamo fatto tante battaglie perché abbiamo sinergie con la Federazione, abbiamo condiviso tutto. Ora ci dobbiamo occupare della serie A e dell’ultimo arbitro del settore giovanile, abbiamo una crisi di vocazione. E’ un problema che riguarda tutti. Per noi nulla è cambiato in termini di innovazione. Il nostro obiettivo sono i giovani. Stamani abbiamo fatto una partita per beneficenza per la popolazione Ucraina”. Quindi l’elogio del lavoro del designatore: “Rocchi ha avuto un grande coraggio a puntare sui giovani. L’arbitro del futuro lo vogliamo ricercatore e non presuntuoso e poi abbiamo la fortuna, per una congiuntura astrale favorevole, di avere Rosetti a capo della Uefa e Collina della Fifa”. 

Rocchi ha spiegato filosofia e numeri: “La scelta di parlare - ha detto - era inevitabile. Stiamo lavorando con C e D, sinergia fondamentale. Veniamo da giorni difficili. Noi sviluppiamo giovani e abbiamo coraggio, però abbiamo bisogno di supporto. Se non si passa dagli errori non si cresce. Quanti? Non lo so, ma lavoriamo per averli il meno possibile. Serve pazienza. Chiedo aiuto per avere arbitri di qualità: il bene di tutti avere arbitri che viaggiano all’estero, avere tanti Orsato che girano il mondo. Ricordatevi che ci  sono due nazionali: gli azzurri e la tifano tutti, e la nostra, quella gialla, e a parte noi non la tifa nessuno… Non dimenticate mai che sulla casacca abbiamo lo stemma della Federazione”. I dati: “Abbiamo fatto 10 raduni in presenza per stare in gruppo, poi undici webinar. Hanno partecipato anche gli osservatori arbitrali. Hanno diretto le gare 34 arbitri con meno meno di 50 presenze in A, 17 con più di 50 e 44 con almeno una presenza in A. Si fischiano ancora più rigori rispetto ad altri campionati. mentre la media falli e’ costante. Noi vogliamo arbitri stile Champions. Il gruppo ha lavorato in linea, omogeneo. Però c’è una tendenza a dare meno rigori e questa ha spinto i giocatori a cadere meno. 
I calciatori capiscono subito quando noi spieghiamo. 

Campionato severo come ammonizioni, come sempre e la  media espulsioni è alta come in Ligue 1.

Tendenza media espulsioni: quando c’è il picco poi scende subito, perché i calciatori comprendono”. Un riferimento anche alla B: “La media rigori è molto bassa perché quest’anno per la prima volta è arrivato il Var. La sua tendenza in A? Sono 5,25 interventi a gara. Il Var ha dato giustizia al nostro sport e indietro non si può tornare”.

Rocchi ha anche spiegato le differenze sul fallo di mano, “il giocatore che tende alla parata e il tiro va in porta, deve essere sanzionato anche col giallo”. Bella l’autocritica di Rocchi su Massa, al Var in Torino-Inter, il rigore ignorato di Ranocchia su Belotti. Ha fatto ascoltare l’audio e si sente Massa che imperterrito ripete: “Ha preso la palla”. “Massa - ha detto Rocchi - è uno dei migliori che abbiamo e lo difendiamo, ma nel caso ha agito di istinto e di superficialità. Davanti al video bisogna riguardare con calma immagine dopo immagine, anche se dura cinque minuti…”. 
Infine Rocchi ha spiegato che sarà fatto un corso specifico per gli uomini che dovranno lavorare al Var e sarà nel periodo estivo: “Vogliamo avere almeno 10 specialisti con un vero e proprio ranking di rendimento”. E poi i ringraziamenti finali, ma decisivi: “Grazie ai nostri arbitri e alle società che stanno appoggiando il cambiamento. Abbiamo ragazzi vispi e intelligenti, miglioreremo sempre”.

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