Nba, per Durant nuovo crac: infortunio al tendine d'achille
NODO CONTRATTUALE
Durant in estate diventerà free agent, con diverse franchigie pronte a fare follie per prenderlo. Almeno fino a domenica scorsa. Ora le prospettive sono diverse per tutti. Soprattutto per i Warriors che, sia nel caso in cui KD decida di esercitare l’opzione da 31,5 milioni di dollari per restare un altro anno in gialloblù, sia facendogli firmare un nuovo e più ricco contratto a lungo termine, dovranno rinunciare alle sue magie per una stagione sana con poca possibilità di aggiungere al roster stelle supplenti. In ogni caso a far senza di lui Steph Curry e compagni dovranno abituarcisi subito. E se l’altro Splash Brother Klay Thompson in Canada ha mandato segnali molto incoraggianti, tutti gli altri stanno andando troppo a strappi. E, come se non bastasse, su Draymond Green incombe lo spettro del quarto fallo tecnico che porterebbe alla sospensione per l’eventuale gara-7. Se i Warriors vogliono restituire alla storia il ribaltone subito tre anni fa da Cleveland hanno bisogno dei migliori Iguodala, Livingston, Looney e soprattutto Cousins, l’uomo che doveva rendere Golden State una fortezza e che, proprio a Toronto, ha rischiato di farle perdere il titolo con una scelleratezza ingiustificata a pochi secondi dal termine.
PAURA CANADESE
I Raptors, dal canto loro, devono dimenticare il primo match point sfumato davanti al proprio pubblico e, soprattutto, come è maturato. Con un parziale di 9-0 incassato quando ormai il traguardo era a vista e con Lowry che sbaglia sulla sirena il tiro non proibitivo del trionfo. La Oracle Arena questa notte sarà più che mai una bolgia per l’ultimo match dei Warriors prima del “trasloco” a San Francisco: nella Baia non vogliono mica chiudere, dopo tanta gloria, con gli avversarsi che fanno festa. E arrivare a gara-7 - anche se in casa - non sarebbe certo un bene contro gente avvezza alle partite pesanti come i Warriors. In più l’ultima sfida ha mostrato un Leonard incontenibile solo a tratti. E’ stanco Kawhi e si vede. Il rischio di una stagione dopo aver saltato quasi tutta la precedente. Saranno bastate al candidato Mvp le ore di pausa per recuperare smalto? Certo non lo si capirà dal suo volto imperturbabile. Ma una cosa è certa: di uno che, anno 2008, è sceso in campo il giorno dopo l’assassinio del padre per onorare la sua memoria e la maglia dei suoi River Kings, la capacità di ripartire è l’unica cosa che non si può mettere in discussione.
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