Ndicka, il dolore di De Rossi: «Non ce la facciamo a giocare»

Pairetto ha chiesto se si potesse continuare. DDR: «Lui sta bene ma ci vogliamo fermare»

Ndicka, il dolore di De Rossi: «Non ce la facciamo a giocare»
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 15 Aprile 2024, 07:10

L’arbitro Luca Pairetto forse è stato il primo a capire come doveva essere gestito quel momento di alta tensione: si è fatto guidare da chi aveva gli occhi pieni di paura, dai giocatori in campo, quelli della Roma, terrorizzati a quelli dell’Udinese, increduli. Non ha preso decisioni affrettate, non ha imposto il suo ruolo. «Ditemi voi se ve la sentite», si capisce dal labiale del direttore di gara. Daniele De Rossi si era tranquillizzato quando ha visto Evan Ndicka uscire, cosciente, alzando il pollice, come a dire: «Tutto ok».

 

Il tecnico parla con l’arbitro e chiede di tornare nello spogliatoio per accertarsi delle condizioni dell’ivoriano, non poteva prendersi la responsabilità di dare il suo parere positivo, anche perché quel gesto rassicurante di Ndicka non poteva bastare.

Pairetto gli concede il tempo di entrare nello spogliatoio e capire se ci sono le condizioni di riprendere il gioco. De Rossi, accompagnato da Gianluca Mancini, che si era tolto la tuta pronto ad entrare al posto dell’ivoriano, entra nel tunnel del Bluenergy Stadium, mentre le due squadre, dirigenti compresi restano in campo. Al rientro, il tecnico della Roma tranquillizza chi gli chiede notizie: «Sta bene sta bene». Poi riferisce all’arbitro di aver parlato con i medici, i quali gli hanno assicurato che il calciatore si era ripreso e stava bene. Ma poi Daniele ha preferito puntare sullo stato d’animo dei giocatori, ancora scossi. «I ragazzi non ce la fanno, vogliono restare lì con lui», così De Rossi all’arbitro Pairetto, che non ci mette molto a convincere anche i giocatori dell’Udinese. Il tecnico Cioffi ha seguito l’evolversi della situazione minuto dopo minuto, così il dirigente bianconero Federico Balzaretti, ex giallorosso. Tutti d’accordo: non si prosegue. Pairetto ha preso atto, ha ribadito ai capitani che avrebbe ufficialmente chiuso il match e così è stato. Sospesa per buon senso.

LO STADIO

Il pubblico ha capito e accettato la decisione dei protagonisti e ha accompagnato il triplice fischio di Pairetto con un lungo applauso, lo stesso dedicato a Ndicka al momento dell’uscita in barella dopo il malore. I giocatori della Roma sono andati subito sotto il settore dello stadio che ospitava i tifosi giallorossi per spiegare quello che era successo. Gianluca Mancini ha scambiato due parole con qualche tifoso e poi si è diretto negli spogliatoi. Tutta la squadra, con tecnico e dirigenti, era presente anche Lina Souloukou, poi si è trasferita all’ospedale di Udine, dove Ndicka era ricoverato, in codice giallo, per gli accertamenti del caso. «Credo sia doveroso sottolineare con riconoscenza, in una simile circostanza, il comportamento di slancio, assunto sul campo da De Rossi, subito seguito dal collega Cioffi, allenatori che hanno dimostrato concretamente il modo migliore di reagire davanti a un evento destabilizzante, mettendo davanti a ogni altra considerazione, i valori di umanità rispetto al calcolo. Con loro si è distinto l’arbitro Luca Pairetto, lucido nel gestire una situazione unica e capace di assumersi la responsabilità di sospendere definitivamente la partita. Una scelta, mi garba aggiungere, accolta con civiltà e partecipazione emotiva da parte del pubblico dello stadio Friuli», le parole di Renzo Ulivieri presidente Aiac.

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