La paura avuta 9 giorni fa, con il malore avvertito in campo e la corsa all'ospedale di Udine, aveva già lasciato spazio al sollievo. La diagnosi del giorno dopo - pneumotorace sinistro (si caratterizza per la presenza di aria nello spazio pleurico, ossia tra i due foglietti pleurici che rivestono il polmone e la parete toracica) - era sì seria per Ndicka ma non certo paragonabile all'infarto, come si era temuto in un primo momento.
E ieri il difensore ivoriano, dopo aver effettuato dei giorni di assoluto riposo interrotti soltanto dalle due apparizioni allo stadio contro il Milan e il Bologna - ha ricevuto anche il via libera tanto atteso.
PAURA ALLE SPALLE
Sono stati giorni particolari quelli vissuti da Ndicka. Inizialmente ha dovuto rassicurare parenti e amici, tra cui il compagno di nazionale Haller, il giocatore dell'Udinese Kamara, il compagno di squadra Aouar e José Mourinho, tra i primi a sincerarsi delle sue condizioni di salute. Poi, a sua volta, è stato lui ad essere tranquillizzato dal professor Imazio, il quale già la sera del malore gli aveva garantito che sarebbe tornato presto a giocare. Una settimana atipica, quella appena trascorsa, nella quale ha potuto dedicarsi nella casa presa all’Eur al nuovo arrivato in casa Ndicka, Adam, nato ad agosto. Ora non pensa altro che a tornare a disposizione. Ha bisogno di archiviare tutto e non c’è modo migliore che farlo tornando a giocare. Riuscirci d titolare contro il Leverkusen avrebbe un sapore speciale. Lui, che l'Europa League l'ha già vinta quando giocava con l'Eintracht Francoforte, vuole riprovarci con la Roma. Da protagonista.
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