Sciattella: «Porto la mia Roma sul tetto del mondo sognando le Olimpiadi. Il canottaggio? Non è uno sport da maschi»

La canottiera della Tevere Remo è campionessa iridata ed europea under 19: «Vogare mi distacca dal mondo. Punto Los Angeles e da grande vorrei fare la criminologa »

Sciattella: «Porto la mia Roma sul tetto del mondo sognando le Olimpiadi. Il canottaggio? Non è uno sport da maschi» `
di Giacomo Rossetti
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Domenica 6 Novembre 2022, 15:24 - Ultimo aggiornamento: 18:24

Dal Tevere fino alla vetta del mondo e oltre, la vogata di Giorgia Sciattella non intende fermarsi mai. Nella stagione di canottaggio appena conclusa, la diciassettenne atleta romana del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo è diventata campionessa mondiale ed europea junior nel 4 senza (con le azzurre Elisa Grisoni, Benedetta Pahor e Lucrezia Monaci), e ha vinto il bronzo nel campionato italiano nel 2 senza, assieme alla compagna di circolo Sofia Ascalone. «È stata un'annata piena di soddisfazioni e anche impegno, ripagato però dai tanti traguardi. Non me li aspettavo così numerosi: sapevo di essere migliorata tanto, ma non così tanto!» esordisce lei, che è stata anche premiata dal Circolo con una borsa di studio. «Divido il merito con compagne che, prima di essere compagne di barca, sono mie amiche».

Per il suo 2022 si sprecano gli aggettivi.
«Sono orgogliosa di aver rappresentato l'Italia e Roma, la città che amo.

Ringrazio il Circolo che mi ha sempre aiutato e sostenuto, e sarò sempre riconoscente al mio allenatore Marco Massai, che mi segue ogni giorno. Un enorme grazie va ovviamente a chi per prima mi fece scoprire l'amore per il canottaggio: Daniela Sanna, coach della pre-agonistica al Tevere Remo».

In che modo ci riuscì?
«Ho fatto ginnastica ritmica per dieci anni, e all'epoca in cui andavo ancora alle medie, alla Carlo Levi di Colle Salario, Daniela portava i remoergometri in palestra e misurava le prestazioni di tutti gli studenti. Io per tre anni di fila ho fatto i migliori tempi in Italia! Perciò la coach mi iniziò a tartassare, in senso buono, per convincermi a salire in barca. E alla fine, c'è riuscita».

Quale è la sua routine quotidiana?
«Mi alleno sei giorni a settimana, di cui quattro sia prima che dopo scuola. In quel caso mi sveglio alle 5, arrivo alle 6 al Circolo e lavoro fino alle 7 e mezza, poi rapida doccia e si va in classe. Non è un ritmo che mi pesa, perché allenandomi tanto da quando sono piccola ormai ci sono abituata, riesco anche a ricavarmi ore di svago».

Come è la Giorgia studentessa?
«Frequento il quarto anno del liceo Pacinotti, lo scientifico sportivo, e ho la media dell'8-9: sono brava a organizzare il mio tempo, e l'istituto, in quanto studenti-atleti, ci dà una mano. I professori sono molto contenti di me: c'è il mio insegnante di educazione fisica delle medie che è ancora il mio primo tifoso, e segue tutti i miei successi».

Tra allenamenti e scuola, c'è un momento in cui si riposa e basta?
«I giorni in cui non ho impegni sono veramente pochi, e spesso li uso per avvantaggiarmi i compiti della settimana dopo! Quando posso, però, amo uscire con i miei amici, anche se mi piace moltissimo anche stare a casa a leggere libri gialli o romantici, magari un po' strappalacrime. Il mio preferito finora è un thriller, La ragazza del treno' di Paula Hawkins».

Cosa ama di più del canottaggio?
«Innanzitutto, il distacco dal mondo che mi dà essere in barca a vogare, quel senso di pace che non mi fa pensare alle fatiche della giornata. E poi adoro condividere la mia passione con la squadra, che sia al Circolo o in Nazionale: grazie al canottaggio ho creato legami di amicizia veramente forti. Non mi piace invece quando sento dire che il nostro è uno sport da maschi».

Chi la ispira nel mondo dello sport?
«Tutti i canottieri azzurri che sono andati alle Olimpiadi, ammiro la loro passione e dedizione. Io ai cinque cerchi ci spero, adesso è ancora presto ma se arrivasse una chiamata dagli allenatori del gruppo olimpico, mi teletrasporterei a Sabaudia! Il sogno è rappresentare l'Italia a Los Angeles 2028».

Ha qualche obiettivo ancora più a lungo termine?
«Sogno di entrare come atleta nell'Arma dei Carabinieri, e poi di fare la specializzazione in RIS: sin da quando ero piccola vorrei fare la criminologa».
 

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