E mentre giovedì sera l’amato Ares torna sui suoi passi, Cotroneo è già proiettato verso il futuro: «Con “Sirene” ho miscelato il fantastico e il buffo: è il loro sguardo che mi permette di attuare una critica sociale diversa, perché non è dall’interno, non proviene da un terrestre, ma da un essere extra. Intanto sto già lavorando alla seconda stagione di “È arrivata la felicità” ed è in preparazione “La compagnia del cigno” che si rifà alla storia di Verdi, per cui sto facendo i provini».
La passione per la musica (presente in molte fiction tra cui “Tutti pazzi per amore”), per ciò che lo circonda e per l’ironia contagiosa gli proviene da una famiglia numerosa, in cui ogni componente poteva intervenire e commentare le tragedie altrui. «Sono napoletano e in casa nostra ogni problema veniva fuori, era inevitabile. Impossibile tenere le porte chiuse e viversi in solitudine le tragedie della crescita. Ricordo mio zio che spalancava la porta della camera, mi guardava dall’alto in basso e mi smontava chiedendomi: “Ti vedi? Ti senti?”. Credo nasca da qui il mio interesse per la commedia umana alla Gene Wilder o in stile Age e Scarpelli».
Tornando alla musica, elemento preponderante, Ivan conferma come sia un mezzo espressivo irrinunciabile nella sua giornata, visto che «esaspero con la musica tutti i sentimenti. Se sono triste o se sono allegro non cambia: la musica che ascolto mentre lavoro, mentre sono in macchina o in casa amplifica gli stati d’animo. Spazio tra i generi, la mia è una playlist senza vergogna! Per “Tutti pazzi per amore” posso dire che la cosa ci ha preso la mano: con Monica Rametta abbiamo scritto una sceneggiatura in cui i momenti di ballo e canto erano il tramite per condividere emozioni. Nella condivisione sono felice».
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