Rugantino torna a Brodway con Enrico Brignano

Rugantino torna a Brodway con Enrico Brignano
di Rita Sala
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Martedì 12 Novembre 2013, 09:04 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 16:37
Da Roma a Broadway dopo mezzo secolo. E lui, il guastatore impenitente trasformato in eroe, Rugantino, ancora tale di nome e non ha una sola ruga. A New York risbarcherà il prossimo giugno (dal 12 al 15, al New York City Center) con le sembianze dell’attore che lo ha interpretato due stagioni fa al Sistina e sta per riportarlo nello stesso teatro (da dopodomani fino al 9 febbraio).



Scritto a più mani (Garinei e Giovannini, Festa Campanile e Franciosa in collaborazione con Gigi Magni) Rugantino fu rappresentato per la prima volta al Sistina, il 15 dicembre 1962, scene e costumi di Giulio Coltellacci, regia di Garinei e Giovannini. Il cast di quell’edizione comprendeva, nei ruoli principali, Nino Manfredi (Rugantino), Lea Massari (Rosetta), Aldo Fabrizi (Mastro Titta) e Bice valori (Eusebia). Con lo stesso cast - cambiò solo l’attrice che interpretava Rosetta, cioè Ornella Vanoni prese il il posto della Massari - l’allestimento debuttò al teatro Mark Hellinger di New York nel febbraio 1964. Qualcuno giura che in quell’occasione si utilizzarono, per la prima vota al mondo, i sovratitoli (nell’occasione in lingua inglese) proiettati su uno schermo sospeso sopra il palcoscenico.

Da allora i Rugantini si sono moltiplicati. La seconda edizione fu presentata, sempre al Sistina, nel 1978, con Enrico Montesano e Alida Chelli. Terza versione nel 1998 con Valerio Mastrandrea, Sabrina Ferilli, Maurizio Mattioli al posto dello scomparso Fabrizi nel ruolo di Mastro Titta e Simona Marchini-Eusebia.



UN CLASSICO ROMANO

Infine è arrivato, a rilevare il testimone di quello che ormai tutti considerano un classico romano, anche per le musiche di Armando Trovajoli, Brignano. Il quale, con grande umiltà, ha messo il proprio talento al servizio della storia e del personaggio. L’ambiente è sempre la Roma papalina del 1830, borgo di popolo, aristocratici e prelati tra i Fori e Campo Vaccino, il porto di Ripetta e la Bocca della Verità. Lui è un rompiscatole per eccellenza, un bambino cresciuto senz’arte né parte che s’innamora, riamato, di una lei maritata al gelossissimo Gnecco. Il rapporto, nato per scommessa, diventa così forte da condurre il ragazzo a un tragico riscatto. Non a caso, la sera della “prima” romana assoluta, l’epilogo inaspettato scatenò gli applausi del pubblico dopo alcuni secondi di silenzio compatto. Colpa della commozione al brusco passaggio dalla comicità lieve e romantica di tutto lo spettacolo alla ghigliottina finale.



L’anno seguente lo spettacolo era in viaggio per New York e rimane l’unico musical italiano rappresentato a Broadway. Di quella prima tournée, epici i ricordi che un facente parte del cast, l’allora giovanissimo Lando Fiorini, racconta con amore. Protagonista assoluto, Fabrizi. Che cucinava la minestra alla romana sul fornelletto preteso nella sua stanza all’Hotel Vittoria e la mattina, per nostalgia di Roma, andava a leggere il Messaggero, assieme a Lando, nella piazzetta di cartapesta montata in palcoscenico.
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