Festival di Spoleto, la Passione indiana incanta i Due Mondi

Kermesse al via nella piazza del Duomo affollata. Applausi per il maestro Fischer e la Budapest Orchestra che ha eseguito l’oratorio di Philip Glass

Festival di Spoleto, la Passione indiana incanta i Due Mondi
di Luca Della Libera
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Sabato 25 Giugno 2022, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 10:12

Spoleto al via sotto il segno di Philip Glass in un abbraccio tra Occidente e Oriente.  La sessantacinquesima edizione del Festival dei Due Mondi è iniziata ieri sera nell'incanto della Piazza del Duomo con la prima esecuzione europea dell'oratorio The Passion of Ramakrishna, affidato alla Budapest Festival Orchestra, formazione in residenza del Festival dallo scorso anno, diretta da Iván Fischer con la partecipazione del Coro dell'Orchestra di Santa Cecilia e i solisti Maria Stella Maurizi (Sarada Devi) e Peter Harvey (il narratore). Ha aperto la serata la Suite n. 4 in re maggiore per orchestra di Bach.


IL MISTICO
Composta nel 2006, la partitura del maestro del minimalismo americano riguarda la vita, la morte e la trasfigurazione di Sri Ramakrishna, mistico indiano dell'Ottocento. Una scelta felice e di respiro internazionale, fortemente voluta dalla direttrice artistica Monique Veaute, adatta per inaugurare il Festival sotto il segno della relazione e del dialogo tra culture solo apparentemente lontane, ieri sera avvolte dalla luce dorata della Piazza del Duomo finalmente affollata di pubblico felice di ritrovarsi e condividere le proprie emozioni come nelle edizioni pre-Covid. The Passion of Ramakrishna è stata eseguita per la prima volta nel 2006 ma fino a ieri non era mai stato eseguito in Europa. La partitura di Glass è affascinante e molto diversa dai suoi lavori analoghi degli anni Ottanta. La mano qui è leggera, anche se non mancano momenti di tensione. Il Prologo, con le sue fanfare degli ottoni che non sono tipiche di quest'autore e i brutali colpi di percussione testimoniano che avere a che fare con Ramakrishna ha obbligato Glass a guardare oltre i suoi soliti schemi compositivi. La scelta di affidare all'intero coro quello eccellente dell'Accademia di Santa Cecilia la voce del protagonista è vincente dal punto di vista musicale e poetico. In questo modo la massa corale ha dato l'impressione che Ramakrishna fosse davvero in sintonia con tutta l'umanità.


L'esecuzione è stata travolgente. La Budapest Festival Orchestra assieme al suo direttore e fondatore Ivan Fischer ieri sera hanno confermato di essere sinonimo di eccellenza artistica.

I musicisti e il loro direttore hanno offerto una prova magistrale per coesione interpretativa e ricchezza di sfumature, restituendo in pieno l'afflato spirituale della partitura. Un ruolo decisivo nel successo della serata l'ha avuto il Coro dell'Accademia di Santa Cecilia, artefice di una prova maiuscola per un repertorio così molto frequentato. Preparato come sempre in modo impeccabile da Piero Monti, il complesso ceciliano si è dimostrato reattivo e pronto alle sollecitazioni di Fischer, un direttore dal carisma e personalità innate. La giornata inaugurale del Festival è stata ricchissima di appuntamenti, molti dei quali saranno ancora in cartellone nei prossimi giorni. Per il teatro musicale oggi e domani alle 19 al San Simone Le Crocodile trompeur / Didon et Enée dei registi francesi Candel e Achache. Tratto dall'opera barocca Dido and Aeneas di Purcell, lo spettacolo intreccia il teatro shakespeariano e il dramma musicale. Per la danza al Teatro Nuovo a fino a lunedì il programma in due parti Le Sacre du printemps / common ground . La coreografia di Pina Bausch è interpretata dai danzatori africani di Germaine Acogny. Nello stesso teatro, ma in un'altra sala, tutti i giorni Le Bal de Paris, spettacolo immersivo in realtà aumentata della coreografa Blanca Li. Il 30 in piazza Duomo, il concerto della cantante portoghese Mariza.


MUSICA DA CAMERA
La residenza dei musicisti di Budapest a Spoleto continua invece al Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi con una rassegna di musica da camera: per i concerti di mezzogiorno oggi e domani alle 12 eseguono la nuova trascrizione per ensemble dei Canti della lontananza di Gian Carlo Menotti  commissionata dal Festival a Orazio Sciortino per omaggiare il Maestro dei Due Mondi , mentre gli appuntamenti pomeridiani di oggi e domani al Caio Melisso alle 17 portano in scena la serenata per tre voci e strumenti di Vivaldi La Senna festeggiante, capolavoro del repertorio barocco. Ancora musica in piazza Duomo, il 30, con il concerto della cantante portoghese Mariza che festeggia a Spoleto i suoi 20 anni di carriera. Maratona di appuntamenti fino al gran finale, il 10 luglio, con il concerto diretto da Pappano, musiche di Copland.
 

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