«Crazy for Football», dopo la vittoria ai David il regista De Biasi racconta la sua avventura

Il manifesto del film "Crazy for Football"
di Leonardo Jattarelli
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Lunedì 3 Aprile 2017, 18:52 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 12:50

«Si tratta di un amore che viene da lontano. Dodici anni fa con Francesco Trento, che lavorerà poi con me al soggetto, mi sono imbattuto in questa storia. Avevo fatto una pubblicità progresso, l'avevo presentata ad un congresso di psichiatri e avevo sentito parlare di una ricerca: quella di inserire il calcio in uno dei percorsi riabilitativi per malati mentali. Incontro alla Bufalotta la squadra che si vedrà nel film,  la squadra "Il Gabbiano" e penso di scrivere una sceneggiatura sulla loro vicenda».
 

 


Inizia così, come ce l'ha spiegata il regista Volfango De Biasi in compagnia dell'allenatore Enrico Zanchini negli studi del Messaggero tv, l'avventura dell'intenso, importante e anche divertente documentario “Crazy for Football” fresco di David di Donatello come miglior documentario, già presentato al Festival del Cinema di Roma e forte di una menzione ai Nastri d'Argento.

La storia è quella di un gruppo di pazienti psichiatrici che provengono da diversi dipartimenti di salute mentale di tutta Italia, i quali sono uniti da un identico sogno: quello di partecipare ai mondiali per pazienti psichiatrici che si svolge ad Osaka in Giappone.

Coordinati dallo psichiatra Santo Rullo, dall'allenatore Zanchini e dal preparatore atletico ex pugile Vincenzo Cantatore, il gruppo si troverà ad affrontare diverse sfide sul campo.  

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