Mauro Corona oggi a Verissimo, chi è l'alpinista scrittore? Età, il matrimonio aperto, i figli, il padre violento, i tradimenti e la passione per la montagna

Sabato 6 Aprile 2024, 14:40 - Ultimo aggiornamento: 15:35

L'infanzia

Nato a Baselga di Piné (provincia di Trento) il 9 agosto del 1950, Mauro Corona ha 73 anni. Figlio di Domenico "Meni" Corona e Lucia "Thia" Filippin, due venditori ambulanti, dopo i primi anni trascorsi in Trentino ritorna con la famiglia a Erto, il paese d'origine nella valle del Vajont. Fin da piccolo segue il padre nelle battute di caccia come bracconiere ed è proprio su questi monti che nasce in lui la passione per la montagna e l'alpinismo. Dopo la nascita del quarto figlio, la madre decide di abbandonare la famiglia, esausta dalle percosse del marito. «Mio padre mandò in coma mia madre tre volte. Finché lei scappò di casa - racconta al Corriere - Avevo 6 anni, mio fratello 5, l’ultimo nato quattro mesi. La rividi che ero tredicenne». Corona si dedica fin da piccolissimo alla lettura, leggendo Tolstoj, Dostoevskij e Cervantes, e contemporaneamente impara l'arte della scultura lignea dal nonno intagliatore.

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Il 9 ottobre 1963 cambia radicalmente la sua vita quando l'ondata del Vajont spazza via la parte bassa della cittadina bellunese, causando oltre 2000 morti. Insieme al primo fratello minore si trasferisce nel Collegio Don Bosco di Pordenone: un periodo difficile in quanto la nostalgia, il senso di prigionia e la mancanza dei boschi di Erto lo tormentano incessantemente. Quando i due fratelli tornano a Erto, Corona vuole frequentare la Scuola d'Arte di Ortisei, ma la mancanza di soldi lo costringe a frequentare l'Istituto per Geometri Marinoni di Udine, perché gratuito. Dopo alcuni anni lascia però la scuola e inizia a lavorare come manovale a Maniago. Nel 1968 il primo fratello minore, Felice Corona, parte in cerca di lavoro per la Germania, dove però annega tre mesi più tardi in una piscina di Paderborn. Nel frattempo, Corona va a lavorare nella cava di marmo del monte Buscada. Un lavoro, questo, molto duro ma alleviato dall'essere a contatto con le cime, le foreste e i prati che gli ricordano l'infanzia.

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