La protagonista
Gloria Grandi (Sabrina Ferilli), una delle grandi dive del cinema italiano, è fermamente convinta che il suo enorme talento sia sprecato per la serialità televisiva, che ormai da qualche anno padroneggia con grande eleganza. Vuole tornare al cinema, quello con la C maiuscola, e pensa che, una volta abbandonata la tv, tornerà di nuovo protagonista sul grande schermo. Cinque anni dopo, però, si accorge che quelle porte si sono aperte solo per recitare in scadenti spot pubblicitari per le creme alla bava di lumaca. Gloria è una tigre inferocita.
Non accetta che il mondo dello spettacolo l’abbia dimenticata e a poco servono le rassicurazioni della sua fidata assistente Iole (Emanuela Grimalda), dell’ex marito ancora molto innamorato di lei (Sergio Assisi) e della figlia Emma (Martina Lampugnani). Gloria si sente sconfitta: il telefono ha smesso di squillare, sembra destinata all’oblio e la concorrenza di attrici più giovani si fa sentire. Ma, come diceva Shakespeare, «Non c’è furia dell’inferno peggiore di una donna respinta» e Gloria intende riprendersi il posto che è suo di diritto. Complice un errore medico, il suo mefistofelico agente (Massimo Ghini) ha un’idea tanto brillante quanto meschina. E l’idea funziona.