Filippo Turetta, il delirio e i verbali: «Volevo che Giulia fosse solo per me, ho fatto una cosa orribile»

Sabato 2 Dicembre 2023, 11:59 - Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre, 19:29

La confessione

Durante l’interrogatorio, Filippo Turetta ha dato prova di collaborare con gli inquirenti per la ricerca della verità investigativa e, in futuro, processuale. Ha ammesso di aver compiuto un gesto «terribile», dicendosi pronto a «pagare e scontare la pena per le mie responsabilità». Ha anche ribadito la sua ossessione per la fine del rapporto con Giulia (testimoniata anche dal messaggio audio da lei inviato alle amiche) e la non accettazione del fatto che i due non fossero più una coppia: «L’amavo, la volevo per me, non accettavo che fosse finita». Questo il senso delle parole che avrebbe riferito al pm. Più volte Turetta avrebbe pronunciato l’aggettivo «mia» per rafforzare questa convinzione. Proprio sull’impeto e sulla situazione convulsa potrebbe basarsi la strategia della difesa di Turetta, sostenuta dagli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, per confutare l’ipotesi di omicidio volontario aggravato (oltre al sequestro di persona e all’occultamento di cadavere) e farlo derubricare in preterintenzionale, cioè che Turetta non avrebbe voluto causare la morte della sua ex. La Procura, intanto, riordina le carte e attende i referti (e forse un nuovo interrogatorio) per capire se possa essere contestata anche la premeditazione.

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