Tumore al cervello nei bambini, la prima terapia genica per curare il neuroblastoma arriva dal Bambino Gesù

Giovedì 6 Aprile 2023, 21:39 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 15:36

IL GENE

Come ulteriore misura di sicurezza della terapia, è stato inserito il gene cosiddetto “suicida” che blocca l’azione dei linfociti T modificati in caso di effetti indesiderati. La sperimentazione è stata condotta in due fasi. Nella prima sono state valutate la sicurezza e la tollerabilità del farmaco. Successivamente si è studiata l’efficacia della terapia e i tempi di permanenza nell’organismo delle cellule geneticamente modificate. Sorprendenti i risultati: il 63% dei pazienti ha avuto una risposta al trattamento metà dei quali in remissione completa di malattia. Cresce anche la probabilità di sopravvivenza fino a 3 anni (60% dei casi) e di sopravvivere senza evidenza di malattia (36%). Inoltre si è visto che le cellule CAR T persistono nell’organismo del paziente fino a 2-3 anni dall’infusione sostenendo quindi nel tempo l’efficacia terapeutica.

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