C'è sempre una tentazione, quando si guarda al complesso sistema dei servizi, soprattutto quando si parla di educazione e di salute. Preoccuparsi di più di chi il servizio lo eroga, trascurando un po’ chi ne usufruisce. A scuola è legittimo preoccuparsi dei diritti degli insegnanti e del personale non docente, ma la prima questione riguarda gli studenti e le loro famiglie. Lo stesso dicasi nel sistema sanitario. Medici e infermieri devono essere tutelati e rispettati – ben prima degli atti di eroismo di cui sono stati protagonisti anche nei mesi recenti segnati dalla pandemia – ma il primo sguardo deve essere rivolto ai cittadini “pazienti”. Non solo per non renderli impazienti, ma per assicurare il loro primario diritto alla salute. La soddisfazione per il riconoscimento di professione sanitaria dell’osteopata e del chiropratico – avvenuta in questi giorni – non può far dimenticare la solita variabile tempo. Già, perché sono più di tre anni che si attendevano i decreti attuativi della Legge Lorenzin – così denominata per l’impulso dato alla norma dall’allora ministro della Salute – la n. 3/2018, che è all’origine di questa importante novità. Ma non siamo ancora arrivati all’ultima parola, poiché deve essere definito il percorso di studi coerente con la nuova professione sanitaria. Ad oggi manca ancora la definizione dell’ordinamento didattico, la valutazione dei titoli pregressi e l’istituzione di un Albo professionale. Speriamo di non dover attendere altri tre anni. Non solo per le legittime aspettative dei professionisti, ma soprattutto per dare certezze ai pazienti. C’è chi stima in due milioni il numero degli italiani che ricorrono alle cure di un osteopata o di un chiropratico. È legittimo attendersi che ci siano norme e controlli che possano rassicurare sulle competenze esibite da un piccolo esercito di nuovi “professionisti sanitari”. Anche per non confondere chi non ne sa ancora abbastanza. Vista la leggerezza con cui il legislatore confonde agricoltura biodinamica con agricoltura biologica, è doveroso fare chiarezza e garantire trasparenza e competenza, anche quando il Parlamento si dimostra confuso. Paola Sciomachen, presidente del Roi (Registro osteopati d’Italia) ha definito il traguardo «una grande vittoria per tutta la categoria.
*già presidente dell’Inps
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout