Artrite remautoide, pazienti "ribelli" alle terapie

Artrite remautoide, pazienti "ribelli" alle terapie
di Gian Domenico Sebastiani
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Giovedì 13 Luglio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 07:54

Circa il 30% dei pazienti con artrite reumatoide e il 40% con artrite psoriasica non segue correttamente la terapia, con alto rischio di persistenza e aumento dell’infiammazione e di conseguente comparsa di disabilità, oltre che di un importante aumento dei costi.

È quanto emerso al congresso dell’Eular, European Alliance of Associations for Rheumatology, svoltosi a Milano alla presenza di oltre 12.500 reumatologi da tutto il continente. La mancata aderenza alla terapia nasce principalmente da una scarsa comunicazione medico-paziente, che comporta preoccupazioni spesso infondate nei malati (5 milioni le persone che soffrono di artriti) rispetto ai possibili effetti collaterali e la convinzione che l’interruzione o la temporanea modifica delle terapie non abbia conseguenze sulla risposta. L’elevato livello della nostra ricerca scientifica permette un costante miglioramento delle terapie e dei loro livelli di tolleranza, con aumento della qualità di vita dei pazienti e diminuzione delle disabilità connesse alle patologie: se non è possibile guarire una malattia cronica siamo però in grado di bloccarne l’attività, grazie a molteplici soluzioni in grado di ottenere risposta da pazienti.

Ovviamente i farmaci devono essere assunti regolarmente e secondo le indicazioni del proprio medico. La scarsa o non corretta aderenza terapeutica è un problema complesso che riguarda molte malattie croniche. Nelle artriti croniche può essere particolarmente pericolosa e portare al fallimento di trattamenti che potrebbero invece garantire una buona qualità di vita. I motivi del fenomeno sono molteplici e si va da una generale sottovalutazione della patologia fino alla paura, spesso del tutto ingiustificata, dei possibili effetti collaterali delle cure. Bisogna far capire l’estrema importanza di assumere sempre le cure nelle modalità e nei tempi indicati dallo specialista. Esiste poi la possibilità d’implementare il ricorso alle nuove tecnologie che possono favorire una più corretta aderenza. In particolare la telemedicina e il telemonitoraggio che consentono anche da remoto un più stretto controllo del paziente. Le televisite possono diventare la routine per migliaia di persone residenti sull’intero territorio nazionale.

*Presidente Nazionale Società Italiana di Reumatologia 

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