In passato Foresta si era occupato della questione con uno studio che aveva analizzato le misure di poco più di duemila diciottenni, «confrontando - aggiunge - i loro numeri con quelli delle passate generazioni. Forse è per questo che nell'articolo del giornale inglese è citata l'Italia comeuno deo psesi più attivi sul fronte dello stdudio del possibile accorciamento dell'organo».
«L'obesità sempre più marcata anche tra i giovani - chiarisce Foresta - influenza negativamente la produzione di ormoni durante l'età dello sviluppo. La lunghezza dell'organo sessuale amschile è data dall'imprinting genetico che riceve ognuno di noi, ma può essere influenzata da fattori esterni: stili di vita poco salutali e fattori ambientali, che soprattutto nell'età dello sviluppo, possono incidere sulle dimensioni»
Ma le “vittime” non sono solo i giovani. «I corpi cavernosi, le strutture portanti dell'organo sessuale amschile, risentono delle influenze ormonali. Così, se c'è un calo del testosterone, come avviene negli over '50, o quando con l'età subentrano malattie croniche come l'obesità e il diabete è chiaro che anche le dimensioni del pene vengono investite dal problema».
Un'analisi condivisa anche da Gabriele Antonini, urologo-andrologo dell'università La Sapienza di Roma e specializzato nell'impianto di protesi idrauliche: «Il benessere - osserva Antonini - porta anche patologie come il diabete e il colesterolo, che incidono sulla salute dei vasi sanguigni e possono causare uno stato di fibrosi dei corpi cavernosi. Con evidenti conseguenze sulle funzioni dell'organo. Un problema - conclude - purtroppo in aumento»
© RIPRODUZIONE RISERVATA