Stipendi medici, 100 euro l'ora per coprire i turni extra: addio ai "gettonisti". Cosa cambia con la nuova proposta di legge

Via l'incompatibilità: i camici bianchi potranno lavorare in più di un ospedale

Stipendi medici, 100 euro l'ora per coprire i turni extra: addio ai "gettonisti". Cosa cambia con la nuova proposta di legge
di Valentina Arcovio
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Sabato 7 Ottobre 2023, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 08:34

Contro la carenza di personale e l'eccessivo ricorso ai medici «gettonisti», si inizia a valutare seriamente la possibilità di affidare turni di servizio extra, con relativo compenso - cento euro lordi l'ora - ai medici e ai professionisti convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, derogando alle attuali incompatibilità previste per legge. Quella che fino a poco tempo fa era solo un'ipotesi di lavoro, auspicata da molte associazioni di categoria, è diventata ora una proposta di legge, voluta fortemente dalla Regione Abruzzo e dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) e presentata dal senatore di Fratelli d'Italia Guido Quintino Liris con un emendamento al Ddl Concorrenza co-firmato da diversi colleghi di partito.

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IL DOSSIER

Il provvedimento è ora al vaglio del ministro della Salute, che sembra aperto a questa possibilità e nei prossimi giorni potrebbe esprimersi.

I medici «gettonisti» sono medici estranei al sistema pubblico che coprono a chiamata anche più turni consecutivi per risolvere le carenze di personale medico nel Pronto Soccorso, ma non solo. Per le loro prestazioni, con pochi controlli di qualità, ricevono un compenso che in pochi giorni può arrivare ad eguagliare quello mensile di un normale medico ospedaliero. Nella nuova proposta di legge il compenso previsto per i medici del Servizio sanitario nazionale, usati per coprire turni extra in casi di carenza, sarebbe di 100 euro lordi all'ora. Un gran risparmio per il Servizio sanitario nazionale, visto che in alcune regione i «gettonisti» vengono pagati addirittura il doppio, e un riconoscimento per i medici impegnati nel sistema pubblico. «Questa proposta di legge prevede ad esempio che, in caso di bisogno, uno specialista ambulatoriale possa coprire un turno rimasto scoperto in ospedale o che un medico che lavora nel reparto di Chirurgia possa coprire un turno in Pronto Soccorso nello stesso ospedale in cui lavora o di un'altra struttura pubblica o comunque convenzionata con il Servizio sanitario nazionale», spiega Filippo Anelli, presidente di Fnomceo. «Si tratta quindi di un meccanismo più flessibile di gestione delle risorse della sanità pubblica che mira a valorizzare le professionalità che già sono all'interno del sistema», aggiunge.

Attualmente un medico del Servizio sanitario pubblico che vuole fare un turno extra in un reparto diverso dal suo o di un altro ospedale, in caso di carenza di personale, non può perché c'è incompatibilità. Questo significa quindi che al professionista del Servizio sanitario nazionale non viene data la possibilità di dare il suo contributo in caso di bisogno, facendo qualche turno in più, con relativo compenso extra. Se la proposta di legge venisse approvata, a guadagnarci sarebbero anche gli stessi pazienti. Ridurre l'impiego di medici gettonisti non comporta solo un risparmio di risorse della sanità pubblica, ma significa anche avere la certezza di impiegare personale esperto, ne sono convinti i sindacati di categoria. «Alcuni medici gettonisti' sono infatti pensionati, molti non hanno neanche la specializzazione», sottolinea il presidente di Fnomceo. Dal canto suo il ministro della Salute, Orazio Schillaci, non ha mai nascosto di essere contrario all'eccesso di ricorso ai medici «gettonisti».

LE MOSSE DEL GOVERNO

Qualche giorno fa il ministro ha affrontato l'argomento pubblicamente e si è rivolto direttamente alle regioni. «È assurdo che dentro lo stesso ospedale pubblico ci sono persone che sono pagate tre volte di più di chi lavora all'interno delle strutture pubbliche. È inaccettabile questo. Vedrete - ha continuato - che una volta che noi chiudiamo i medici gettonisti, i medici torneranno al sistema sanitario pubblico». Secondo Anelli, infatti, lasciare ai medici del Servizio sanitario pubblico via libera ai turni extra, gratificandoli anche con un compenso adeguato, significherebbe infatti anche rendere più attrattiva la professione. Spiega ancora il presidente della Fnomceo: «Al momento abbiamo urgente bisogno di mettere una pezza' sulla carenza di personale, ma stiamo lavorando con il ministro Schillaci su nuovi e diversi fronti per rendere nuovamente più attrattiva la professione all'interno del Servizio sanitario nazionale».
 

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